Milan, indicazioni positive
Quindi il campo ora sta dando indicazioni tutto sommato positive (compreso il 3-4-3), il club a parole esprime il suo consenso per il lavoro di Conceiçao (vedi Moncada a Venezia), però è lui che sta prendendo le distanze col pianeta rossonero. La settimana scorsa prima del derby Conceiçao parlava così della sua situazione: «Come sto? È complessa come domanda, non banale. Di queste cose parlerò a fine stagione». Dopo la vittoria di domenica, le parole sono state anche ironiche: «Fra un mese più o meno anch’io dirò cosa voglio, ci può stare che anch’io abbia altri pensieri, come andare in vacanza in Algarve. Ora però pensiamo al campionato, a vincere contro il Bologna (la Coppa Italia, ndr), poi quello che succede a me, ad Allegri o altri, non mi riguarda. Perché Allegri? Perché si parla sempre di lui».
La panchina girevole
Il nome di Max non è stato citato evidentemente a caso. Allegri da mesi è uno dei papabili alla panchina rossonera anche se non si sono registrati contatti ufficiali. Però l’ex tecnico di Juve e Milan è libero - così come Sarri (che piace a D’Amico, candidato al ruolo di ds insieme a Tare) -, a differenza di altri allenatori accostati di volta in volta al Diavolo e che negli ultimi giorni si stanno un po’ allontanando. Fenucci, ad del Bologna, si tiene stretto Italiano («abbiamo già iniziato a parlare per prolungare il contratto, abbiamo intenzione di proseguire con lui»); così come Ludi, ds del Como, non intende salutare Fabregas («è un uomo molto focalizzato sul progetto, abbiamo firmato tempo fa quattro anni di contratto e ne mancano altri tre: stiamo programmando il futuro», le parole a “Radio Anch’io Sport”).