MILANO - Una frenata (anche) per pressioni esterne riguardo la squalifica che lo avrebbe limitato fortemente fino al 20 luglio; una messa in stand-by per guardarsi probabilmente ancora attorno e capire la situazione contrattuale di altri profili. Fabio Paratici prima, Igli Tare ora. C’è un sottile filo che accomuna i due principali indiziati degli ultimi due mesi alla poltrona di direttore sportivo del Milan. Entrambi a un certo punto sembravano certi di essere i prescelti, oggi non lo sono. In principio toccò a Tare, scelto da Cardinale e Ibrahimovic dopo i colloqui londinesi dei due a febbraio nei quali furono “intervistati” anche Berta - il preferito, ma già promessosi all’Arsenal - e Paratici. Poi nella vicenda è entrato l’ad Giorgio Furlani e sembrava che il ds diventasse Paratici, incontrato più volte fra Milano e Londra, anche con Cardinale. Si era parlato anche di tecnico del futuro, Conte (il grande obiettivo dell’ex dirigente della Juventus), poi De Zerbi. Niente da fare. Quindi ecco Tare, con la riunione di oltre quattro ore di martedì a Roma. Faccia a faccia positivo, buone sensazioni, sul tavolo il metodo di lavoro, obiettivi, idee, possibili allenatori (Allegri e Italiano, già cercato dal dirigente albanese quando era alla Lazio per il post Inzaghi).
Milan, Furlani prende tempo
Tutto fatto? In fondo Tare, a differenza di altri candidati o dello stesso Paratici squalificato, è libero da contratti e pronto a mettersi al lavoro da subito. No, Furlani ha preso tempo, ha scelto di aspettare almeno la prossima settimana per approfondire di nuovo la questione. E allora, il dubbio che Tare rischi di fare la fine di Paratici esiste. Non è scontato che sia così. Anzi, domani Tare potrebbe invece essere chiamato a Milano per definire i dettagli, ma l’attesa, il continuo rimandare la scelta fa pensare che nella testa del Milan e di Furlani ci sia un altro nome. Evidentemente sotto contratto, cosa che farebbe capire perché il club rossonero stia prendendo tempo.