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Milan, doppio countdown per Ibrahimovic

Lo attendono quindici giorni di quarantena e soprattutto il faccia a faccia con Gazidis per capire se l futuro sarà ancora rossonero

MILANO - Doppio countdown per Zlatan Ibrahimovic. Il primo riguarda il suo rientro in Italia: ieri il Milan ha ripreso a lavorare a Milanello e lo svedese, salvo sorprese, è atteso in città fra domani e domenica (così come Kessie, bloccato in Costa d’Avorio dove sono scarsi in questo momento i voli per rientrare in Europa). Ibra, che nell’ultimo mese si è potuto allenare sul campo a Stoccolma insieme ai giocatori dell’Hammarby, una volta rientrato dovrà rimanere a casa in quarantena per le due settimane previste dai protocolli medici. Il tempo guadagnato in patria, dunque, Ibra lo perderà in Italia, ma essendosi allenato bene, dovrà cercare di mantenere una condizione accettabile fra tapis roulant e cyclette per poi essere pronto a unirsi ai compagni quando e se scatteranno gli allenamenti di gruppo. Questo il primo conto alla rovescia, il più immediato, ma, se vogliamo, il meno importante.



Quello che interessa di più ai tifosi, ma non solo loro, è sicuramente ciò che avverrà una volta terminato il periodo di quarantena al rientro a Milano. Ibra a quel punto potrà raggiungere i compagni a Milanello, se nel frattempo il Governo avrà dato il via libera alla ripresa della stagione, ma soprattutto potrà incontrare la società, in primis l’ad Ivan Gazidis per parlare di futuro. Perché quello resta il principale nocciolo della questione: Ibra sarà ancora un giocatore del Milan nella stagione ’20-21 oppure no? In questi due mesi si è detto tutto e il suo contrario: Ibra rinnova (il suo contratto scade al termine dell'annata sportiva e si rinnoverà automaticamente solo al raggiungimento di determinati obiettivi), Ibra se ne va perché è stato licenziato Boban, Ibra smette, Ibra va all’Hammarby, Ibra resta. Finché lo svedese non parlerà con la società e capirà qual è il progetto per la squadra e per lui, difficilmente prenderà una decisione definitiva. Sia chiaro: la deve prendere lui, come lo stesso Milan. 



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