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Robinho rivela: "Dalle discoteche inglesi all'arroganza di Ibrahimovic al Milan"

Il brasiliano ha raccontato a Marca: "Tutti si aspettavano più da me dopo le parole di Pelé, anche il Pallone d'Oro. Al City era movida vera, Zlatan diceva che fossi in rossonero solo per merito suo"

TORINO - “Quando Pelé parla di te, la gente non può che ascoltare. Ma uno come lui non esisterà più, né ora, né mai”. Robinho ha confidato a ‘Marca’ le pressioni della sua carriera. Ora gioca in Turchia nell'Istanbul Basaksehir, avrebbe potuto fare di più in carriera: “Arrivai in Europa e al Real Madrid con l’etichettà di ‘nuovo Pelé’, so che da me in molti si sarebbero aspettati il Pallone d’Oro”. In Inghilterra? Neanche a parlarne. Troppa movida al Manchester City: “Mi piaceva divertirmi, però i giocatori inglesi uscivano più di noi brasiliani. Joe Hart era sempre in giro, così come Micah Richards e Shaun Wright-Phillips. Solo che beccavano sempre noi brasiliani… Sono stato campione in tutte le squadre in cui ho giocato tranne che al City, è l'unica cosa che mi rende triste di quel periodo". Al Milan conobbe Ibrahimovic. Sì, ma solo per 'merito' dello svedese: “Diceva sempre che era stato lui a convincere il Milan a comprarmi. ’Tu sei qui grazie a me’, mi ripeteva. È arrogante, ma in buona fede. Ha tanta fiducia in se stesso e nel suo talento. Un vincente e uno showman".

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