MILANO - Inseguito (inutilmente) il superbomber per mezza estate (Aubameyang, Morata o Belotti: comunque era pronto un investimento intorno ai 70-80 milioni di euro), virato comunque su obiettivi importanti come Andrè Silva e Kalinic, alla fine il Milan sta facendo i conti con un diverso e imprevisto cannoniere: Patrick Cutrone. E’ lui che guida la carica dei giovanissimi del ‘98, il gruppo di diciannovenni, cresciuti nella cantera” rossonera, che Montella ha deciso di aggregare alla prima squadra, dando loro anche chance importanti. Cutrone, unica punto nel periodo in cui i neo acquisti non erano ancora disponibili e Bacca era già, almeno di fatto, un ex, ha saputo sfruttare benissimo le occasioni che ha avuto. Cominciando a segnare subito nella prima gara in Svizzera e poi consacrandosi nella grande sfida internazionale contro il Bayern Monaco, con una doppietta che ha definitivamente convinto il Milan a non darlo via in prestito. Perché questo sarebbe stato il destino già scritto, se fosse arrivato un big bomber.
L’ALTRA NIDIATA - Cutrone è cresciuto nel settore giovanile del Milan. Più ancora di Donnarumma, che ci è arrivato quando aveva già 13 anni. Come Niccolò Zanellato, in campo da titolare e per 90’ nel ritorno di Europa League a Skopje, altra rivelazione di questa estate rossonera. O come Manuel Locatelli, che dopo un impatto devastante in serie A, con tanto di gol al Sassuolo e alla Juventus nel fantastico ottobre 2016, ha avuto un calo naturale. Tutti giocatori, comunque, che contribuiscono a creare un mix molto interessante al Milan: giovani e giovanissimi da un lato, collaudati ed esperti dall’altro. Insieme, per provare a tornare in Champions League e a disputare un’Europa League da protagonisti. Per il dna rossonero, come si sa, prevede, anzi esige l’Europa.