CARNAGO - All’Olimpico (di Torino) pensando all’Olimpico di Roma. Il Milan, contro l’Alessandria, si gioca la possibilità di mettere in cassaforte la qualificazione alla finale di Coppa Italia, prima della gara di ritorno prevista a San Siro. Vista la classifica, per il Milan, quella di Torino, vale come una notte di Champions. «Sicuramente è un doppio confronto fondamentale per la stagione: noi dobbiamo e vogliamo andare in finale. Se pensiamo sia facile, è il modo migliore per fare doppia figura - attacca Mihajlovic - in Francia è già capitato che una squadra di terza serie arrivasse in finale di Coppa. Il nostro obiettivo è non rendere ancor più straordinario il cammino del mio amico Gregucci». I due sono allievi di Roberto Mancini. «Mancio è uno dei più grandi allenatori, ha vinto tanto. Se faccio questo lavoro devo ringraziare lui e poi, anche se non è vero, ho preso anche il suo modo di vestire...».
L’AVVERTIMENTO - Che la coppetta nazionale sia diventato obiettivo fondamentale per il Milan, è dimostrato anche da una "minaccia" rivolta da Mihajlovic ai suoi giocatori: «Il nostro obiettivo è vincere la Coppa: quando si alza un trofeo, qualsiasi stagione è positiva. Noi metteremo in campo una squadra competitiva: se mi accorgo che qualcuno si sta risparmiando, vi assicuro che questo non giocherà nel derby. Sicuramente ci sarà qualche cambiamento perché c’è chi non regge tre partite in una settimana noi però dobbiamo già vincere a Torino, il che ci permetterebbe di avere già un piede in finale: dobbiamo prepararla e giocarla con questa idea in testa perché è la partita più importante che il Milan dovrà affrontare in questa prima parte della stagione.
Balotelli? Lui e Prince devono giocare ma pure meritare di poterlo fare. Se ho ricordato ai miei giocatori la figuraccia col Mantova? Quella era un’amichevole non era una partita così importante. I miei ragazzi sono professionisti e devono guardare l’Alessandria come una squadra di serie A. Qui tanti giocatori hanno vinto poco o nulla: un giorno, quando avranno finito di giocare potrebbero dire di aver vinto qualcosa rispetto a tanti giocatori che in carriera non hanno vinto nulla. E’ una grandissima possibilità e sarebbe un peccato mortale sciuparla».
«NOI IL CARPI L'ABBIAMO BATTUTO...» - L’argomento cade sul campionato: «Visti i risultati, fa ancora più rabbia perché avessimo battuto l’Empoli oggi avremmo i punti della Roma e saremmo più vicini all’Inter. A Empoli ci è mancata rabbia: nel chiudere la partita e nel cercare di non prendere gol. Io non so perché al Milan tutto sia dovuto: ci hanno massacrato perché abbiamo vinto 2-1 col Carpi (ma contro le riserve e in Coppa Italia, ndr) mentre altri pareggiano avendo un uomo in più... E’ ovvio che ci mettiamo noi del nostro e siamo i primi colpevoli: avessimo vinto con l’Empoli, non ci sarebbe stato nulla da dire. Perché ho detto che il Milan deve avere mentalità da provinciale? Perché tutti devono avere la capacità di sacrificarsi in fase difensiva». Chiusura sul mercato dove l’emergenza centrali sta diventando preoccupante: «Abbiamo provato anche Nigel come centrale e ha fatto anche bene. Noi non dobbiamo prendere tanto per prendere anche perché Mexes, per esempio, tornerà tra pochi giorni e quindi potremmo essere a posto pure così».