IL DISTACCO - Anche perché ieri è saltata l'attesa visita di Berlusconi a Milanello, ufficialmente per motivi personali. Sarà, ma quanto successo nell'ultimo mese fa riflettere, visto che dopo 20 visite praticamente consecutive da agosto a inizio gennaio, il patron ha saltato tre volte l'appuntamento al centro sportivo rossonero negli ultimi quattro venerdì, una volta per l'elezione del presidente della Repubblica, un'altra per la neve e ieri per questioni private. Insomma, ogni motivo sembra diventato buono per non recarsi a Milanello - ieri, fra l'altro, si festeggiavano i 29 anni di proprietà - e questo distacco non fa altro che riportare alla memoria una frase dello stesso Berlusconi di qualche settimana fa, quando a Palazzo Grazioli di fronte ai deputati di Forza Italia difese la scelta del patto del Nazareno (poi ripudiato) e disse: «Se perdiamo voti è colpa della fronda interna. Ma anche del Milan che non vince più».
AMBIENTE DIFFICILE - Insomma, un Berlusconi prima molto presente, anche più che nel recente passato, poi lentamente un po' più lontano. Un film già visto. Un segnale non positivo per Inzaghi che continua a sentire telefonicamente Berlusconi (ma lo faceva anche Allegri), il quale lo conforta e lo sprona ad andare avanti, ma contro il Cesena il tecnico avrà solo un risultato a disposizione. Anche perché Inzaghi è atteso al varco non solo dalla proprietà, ma pure dai tifosi che domenica scorsa, dopo il pari con l'Empoli, non solo hanno fischiato la squadra, ma hanno iniziato a contestare proprio l'allenatore. Da primo e secondo anello sono state molte le voci che si sono sollevate, inviti ad andarsene o frasi ben peggiori. Domani il clima non sarà dei migliori e bisognerà anche vedere come si comporterà la Curva Sud. Finora Inzaghi è stato risparmiato dalla critiche (a differenza di società e giocatori), ma se la partita dovesse mettersi sui binari sbagliati, potrebbe accadere tutto.