ROMA - L’ultima volta che l’Olimpico laziale è stato così pieno, s’è poi svuotato portandosi dentro la delusione di un’impresa rimasta a metà. E quella di stasera contro la Juventus, per certi versi, è paragonabile a quella notte di metà aprile col Bodo/Glimt per importanza e prestigio, Baroni spera solo che l’esito sia all’opposto. Di sicuro, nel risultato, quella rimane l’unica vittoria in tre mesi della Lazio davanti al proprio pubblico, visto che in campionato non vince dal 5-1 al Monza di febbraio. Oggi che l’Olimpico tornerà a far registrare il pienone, con 56.000 spettatori totali (un dato destinato ancora a crescere), la Lazio non vuole più deludere il suo pubblico. Dentro alla sfida con la Juventus, poi, si annidano motivazioni in ogni angolo: detto della statistica impietosa sulle vittorie in casa, una sola nelle ultime dieci gare, e tralasciando la logica importanza per buona parte della posta Champions in ballo, c’è anche il ritorno di Tudor a smuovere la voglia di rivalsa di molti calciatori biancocelesti. Quelli per i quali il tecnico croato era pronto a fare a meno, i sacrificabili sul mercato che fecero storcere il naso a Lotito. A partire dal tandem del centrocampo di Baroni, secondo molti la vera forza dell’exploit biancoceleste di quest’anno.