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Agnelli, il Tar, gli avvocati Figc e Coni: Juve, che succede in tribunale?

L'ex presidente del club bianconero aveva chiesto in prima istanza la sospensiva dei 24 mesi di inibizione per il caso plusvalenze, poi ci ha rinunciato: ecco perché

Niente sospensiva. L'ex presidente della Juventus Andrea Agnelli ha rinunciato alla richiesta presentata al Tar del Lazio a fronte della garanzia di una rapida discussione nel merito: è questo l'esito dell'udienza di oggi presso il tribunale amministrativo sul ricorso dell'ex dirigente contro la squalifica di 24 mesi per il caso plusvalenze.

Agnelli aveva chiesto in prima istanza la sospensiva dei 24 mesi di inibizione, ma i suoi avvocati si sono accordati con quelli di Federcalcio e Coni per andare direttamente a una rapida discussione nel merito della vicenda e in particolare per arrivare a una valutazione circa la compatibilità dell'ordinamento di giustizia sportiva italiana con la normativa Ue, il vero nodo cruciale della questione.

Che vuol dire andare nel merito

Ma che cosa vuol dire  "andare nel merito"? È presto detto: in buona sostanza è una mossa per abbreviare i tempi, evitando più procedimenti - l'eventuale sospensiva dell'inibizione, poi l'ulteriore valutazione del merito e l'eventuale partenza dell'inibizione da quel momento - e andando subito al nocciolo della questione, cioè proprio il merito, la compatibilità della giustizia sportiva con quella ordinaria. In concreto è un dire non perdiamo tempo, arriviamo alla decisione velocemente, che si dica qual è la pena più congrua in questa situazione andando a fondo del vero problema.

Il Tar e la sospensiva, cosa si aspettava

Il Tar del Lazio era chiamato ad esprimersi sulla richiesta di sospensiva per i due anni di inibizione comminati ad Andrea Agnelli per quanto riguarda il filone processuale delle plusvalenze Juve. La giustizia amministrativa poteva intervenire non solo per quanto riguardava un possibile risarcimento, ma anche nella sostanza stessa della sanzione stabilita dalla giustizia sportiva. Ed è questo verdetto che l'ex numero uno del club bianconero avrebbe potuto aspettare prima di decidere se fare ricorso o meno rispetto agli ulteriori sedici mesi comminati nel procedimento stipendi.

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