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Arrivabene-Juve, risvolto assurdo: un caso kafkiano che può finire al Tar

Condannato con i dirigenti apicali nonostante non lo fosse ai tempi delle violazioni: errore tecnico?

Qualcuno deve aver diffamato Maurizio A. perché, senza che avesse fatto nulla di male, una mattina venne condannato a 24 mesi di inibizione. Franz Kafka l’avrebbe scritta così, i giudici del Collegio di Garanzia dello Sport sono stati più asciutti e hanno semplicemente vergato un «rigetto» dei «ricorsi iscritti», fra cui quello di Maurizio Arrivabene. Nelle motivazioni scopriremo chi l’ha diffamato e cosa ha fatto di male, perché ora è un mistero la sua presenza nel gruppo di dirigenti apicali della Juventus condannati a titolo definitivo dalla giustizia sportiva.

Arrivabene dirigente da luglio 2021

Arrivabene è diventato amministratore delegato della Juventus il primo luglio del 2021, quindi dopo tutti i fatti addebitati alla Juventus. Fino a quel momento era membro del Consiglio di Amministrazione, alla pari degli altri membri il cui ricorso è stato accolto dal Collegio che ha rinviato alla Corte la loro posizione. Cos’ha di differente Arrivabene rispetto a loro? Come poteva Arrivabene avere delle responsabilità nell’allestire il cosiddetto sistema delle plusvalenze fittizie se non faceva parte della dirigenza all’epoca dei fatti? Anche nelle intercettazioni dell’inchiesta Prisma della Procura della Repubblica di Torino non ci sono prove del suo coinvolgimento nei fatti (semmai ci sono delle sue affermazioni che denunciano una gestione non proprio inappuntabile prima del suo arrivo). Come è spiegabile la sua condanna?

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