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Plusvalenze Juve, la mossa di Gravina e la strategia dei legali sulle carte segrete

Anche il secondo documento non è da svolta. Il presidente della Figc: "Tutto regolare! Nel nostro Paese c’è una cultura del sospetto diffusa"

 

La "cultura del sospetto"

Di lì a pochi giorni segue un tavolo di lavoro (7 aprile) da cui emergono “delle considerazioni già condivise, con i correlati opportuni approfondimenti” che il procuratore Chiné, nella nota del 14 aprile, riferisce a Boccardelli e al presidente Gravina. La nota inizia così: “A fine di fornire un contributo costruttivo e delineare un modus procedendi [...] questa procura non può che partire nell’esercizio delle sue prerogative inquirenti e requirenti dall’analisi della giurisprudenza che si è formata sul tema delle plusvalenze fittizie». «Sulla scorta di tali considerazioni in diritto [...] è evidente che l’esercizio dell’azione disciplinare in questa materia potrà essere utilmente perseguito ove emergano elementi sufficienti a corroborare la necessità di indagare su casi che fanno ragionevolmente ritenere la sussistenza di operazioni di scambio di calciatori fra due o più società professionistiche, in termini di sistematicità delle medesime operazioni di mercato». Cos’è successo poi, lo sappiamo. Ma di Juventus, effettivamente, non si parla. Anche se i legali continuano a capire se in questa decina di pagine in tutto vi siano “appigli”. 

Più in generale, qualcuno si potrebbe chiedere - pensando al rispetto della divisione dei poteri - perché si debba fare un tavolo di lavoro alla presenza sia del Procuratore sia del presidente di una Federazione. Qualcun altro potrebbe replicare che finché non c’è un indagato, nulla osta a che Presidente, Covisoc e Procura cooperino per migliorare la funzionalità del sistema. Gravina ci va giù pesante: «Non c’è niente di strano, ho chiesto di fare accertamenti per forme di studio e la Covisoc rileva, tutto qui. E’ una modalità operativa di studio che si è trasformata in una modalità per trovare un grimaldello». E ancora: «Nel nostro Paese c’è una cultura del sospetto diffusa». Come anticipato nei giorni scorsi, però, carta o non carta, gli ex tesserati della Juventus e la Juventus stessa restano convinti che al Collegio arbitrale qualcosa di positivo possa succedere. Ad aprile ne sapremo di più.

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