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Juve e Calciopoli: come il processo di Napoli ha demolito le accuse Figc

In un approfondimento del 18 marzo 2011 vi spieghiamo come è emersa l'"altra verità" tra leggende metropolitane, teoremi e omissioni nelle informative

La Figc condannò la Juventus nel 2006 per aver violato i principi di lealtà, probità e correttezza, al termine della gara Reggina-Juventus del 6 novembre 2004, la condotta descritta nella parte motiva al punto nei confronti della terna arbitrale: aggredita verbalmente da Giraudo e Moggi, che ha poi “rinchiuso nelo spogliatoio” l’arbitro Paparesta.

La leggenda metroplitana di Paparesta

Come i coccodrilli che vivono nelle fogne o la morte di Paul McCartney, Paparesta rinchiuso da Moggi nello spogliatoio del Granillo di Reggio Calabria è una delle più popolari leggende metropolitane. Popolare perché ci sono moltissimi mezzi di comunicazione che citano l’episodio fra le prove più forti (e pittoresche) della colpevolezza bianconera in sede di Calciopoli. Leggenda perché è semplicemente un fatto non vero e c’è un’archiviazione del Procura di Reggio Calabria che aveva aperto un fascicolo, indagando sul reato di «sequestro di persona». Ovviamente accusa che non sussiste, anche perché Paparesta ha sempre negato (e lo ha fatto anche in aula a Napoli) l’episodio in sé. La partita in questione era Reggina-Juve del 6 novembre 2004, vinta dalla Reggina con errori piuttosto clamorosi da parte della terna. Moggi e Giraudo sono furibondi, scendono negli spogliatoi e protestano vivacemente. Poi ci sono una serie di intercettazioni in cui Moggi sostiene di aver «chiuso a chiave nello spogliatoio» Paparesta: millanterie (e chi conosce Moggi e il suo sense of humor, per altro l’aveva sospettato fin dall’inizio).

La versione di Paparesta e con Pairetto...

D’altra parte, lo stesso Paparesta in una intercettazione “sfuggita” all’attenzione degli inquirenti spiega a Narducci: «Lamentele e toni forti, senza parolacce». Ma oltre al sequestro, secondo l’accusa, Paparesta paga gli errori anti-Juve con un lungo stop impostogli dal sistema di controllo moggiano. Falso e in aula Paparesta ha spiegato: «Sono stato fermato per uno o due turni, poi sono tornato in B a Torin. E c’è un’intercettazione Pairetto-Paparesta in cui non si respira esattamente l’aria di una “condanna” dell’arbitro barese. Pairetto: «Magari domenica ti mettiamo in B, giusto per... ma vieni in A in fretta senza fare tanta...». Paparesta: «Le responsabilità si sanno, l’errore c’è stato, però...». Pairetto: «Uno va in B, magari quella dopo già torna. Capito...». Paparesta: Sì, sì, giusto, se è una gara importante non vorrei che apparisse... O fai la B o seconda fascia in A magari, ancora meglio. So che sarà fatto il meglio, ti ringrazio di tutto veramente per questi giorni». Ma Pairetto non era d’accordo con Moggi per bastonarlo?

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