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Calciopoli: dall’Inter da Serie B alla favola Paparesta, le verità scomode

Falsi miti e gialli irrisolti: perché sparirono alcune telefonate e perché ci furono conseguenze solo per la Juve? Quello che c’è da sapere

Ma non furono intercettati anche altri dirigenti e personaggi del calcio?

Sì, perché anche loro chiamavano i designatori e dicevano più o meno le stesse cose che diceva Luciano Moggi. Tant’è che il procuratore federale Stefano Palazzi scrisse, nella sua famosa relazione del luglio del 2011: «Questo Ufficio ritiene che le condotte in parola siano tali da integrare la violazione, oltre che dei principi di cui all’art. 1, comma 1, CGS (codice di giustizia sportiva, ndr), anche dell’oggetto protetto dalla norma di cui all’art. 6, comma 1, CGS, in quanto certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società Internazionale F.C., mediante il condizionamento del regolare funzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale». Insomma, anche l’Inter, secondo la stessa persona che aveva indagato e chiesto la condanna per la Juventus, meritava la retrocessione. Non solo, un giudice di Milano ha successivamente sentenziato, nel quadro di una querela di Giacinto Facchetti nei confronti di Luciano Moggi, che le telefonate dell’allora presidente dell’Inter, Giacinto Facchetti, «costituiscono un elemento importante per qualificare una sorta di intervento di lobbing da parte dell’allora presidente dell’Inter nei confronti della classe arbitrale e sono significative di un rapporto di tipo amicale e preferenziale» con «vette non propriamente commendevoli».

Le telefonate dell’Inter però erano sparite? Com’è possibile?

«L’Inter non interessa», dissero gli uomini del maggiore Auricchio all’assistente Coppola, che era andato a testimoniare le pressioni che l’Inter aveva fatto per ammorbidire la sua posizione sulle due giornate di squalifica comminate a Cordoba dopo Venezia-Inter del settembre 2001. L’indagine, fin dall’inizio, era a senso unico. Emerse successivamente che in realtà i carabinieri che ascoltavano le telefonate avevano un metodo per classificarle, i famosi “baffi ” di diverso colore che indicavano l’importanza delle chiamate per l’indagine. Ebbene, quasi tutte le telefonate dei dirigenti dell’Inter e di altri club erano state segnate con i baffi rossi, ovvero “molto pertinenti” all’indagine, ma successivamente stralciate da ogni documento delle indagini. Un’indagine dovrebbe andare in tutte le direzioni, compresa quella in favore dell’indagato. Calciopoli andò in un’unica direzione.

Come emersero le telefonate nascoste?

Durante il processo penale a Napoli, la difesa di Moggi acquisì tutte le 171.000 (!) telefonate intercettate nella stagione 2004/2005 e pazientemente, usando un algoritmo per trovare le varie utenze, scovò quelle che erano stato occultate.

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