Home

Calcio

Formula 1

Moto

Motori

Basket

Tennis

Volley

Tuttosport

LIVE

Calciopoli, Palazzi: l'Inter 2006 meritava la B, non lo scudetto

Le parole con cui il Procuratore Federale inchiodava Moratti, Facchetti e la società nerazzurra al reato di illecito sportivo: impuniti perché salvati dalla prescrizione

 

Inter, era Calciopoli come la Juve: "responsabilità diretta e presunta"

La stessa formula, quella usata, che fu pietra quasi tombale sulla Juventus nel 2006: responsabilità diretta e presunta, come capitò alla Juve con Moggi e Giraudo. Perché l’illecito juventino era strutturato e prevedeva anche particolari come le sim non indifferenti dal punto di vista di Palazzi (tutti colpevoli), ma non gli interventi diretti sul designatore - non solo per indirizzare le griglie. «Una portata decisiva l’assume la circostanza - scrive Palazzi a pagina 58 - che le conversazioni intervengono in prossimità delle gare che dovrà disputare l’Inter e che oggetto delle stesse sono proprio gli arbitri e gli assistenti impegnati con tale squadra. Facchetti in relazione a ciò si pone come interlocutore privilegiato dei designatori» facendo inserire nomi in griglia (per Palazzi il «metti Collina» è risolto anche dalla dichiarazione di Bergamo: Facchetti fu decisivo, al di là di chi pronunciò per prima il nome) e ricevendo da Bergamo «rassicurazioni» sul fatto che il singolo arbitro venisse «predisposto a svolgere una buona gara», espressioni nelle quali Palazzi legge - come nel caso dello score di Bertini, ovvero il 5-4-4 - un «forte potere di condizionamento», anche a base di cene e a «non meglio precisati regalini».

Moratti, Facchetti e le cene con gli arbitri

E’ emersa, per Palazzi, «l’esistenza di una rete consolidata di rapporti,di natura non regolamentare» volti a minare la «terzietà degli arbitri». Insomma: «Un rapporto privilegiato,quanto meno rispetto alla generalità delle altre società,che l’Inter poteva vantare, all’epoca, col mondo arbitrale in molte sue componenti», perché Moratti e Facchetti parlano, cenano e s’incontrano con Bergamo, Pairetto, Lanese, Mazzei e l’arbitro De Santis. Quando Facchetti chiede «una particolare attenzione», richiesta alla terna arbitrale questa «non può che assumere un significato di un trattamento di favore, come costantemente affermato nelle decisioni di Giustizia sportiva». Non esime dal reato sportivo il fatto che «Moratti abbia detto nell’audizione che, alla luce di molteplici episodi negativi ripetuti nel tempo a danno dell’Inter, era venuta meno la fiducia che i problemi si sarebbero potuti risolvere in ambito istituzionale». Insomma: troppi torti, allora si prova col faida-te. E con il «raddrizzamento della situazione» di cui parla Bergamo a Facchetti. E Pairetto non è creduto quando ricordando la telefonata sul Trefoloni «messo in forma» prima di un Inter-Roma 2-0.

Abbonati a Tuttosport

L'edizione digitale del giornale, sempre con te

Ovunque ti trovi, tutte le informazioni su: partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi