"Sì, sono stato cercato dalla Juve, ma ho avuto la sensazione che la Roma fosse la strada giusta, indipendentemente dai rischi che mi ricordate ogni giorno". La schiettezza di Gian Piero Gasperini durante la presentazione ufficiale quale nuovo allenatore giallorosso, conferma ciò che Tuttosport ha raccontato, largamente e con grande dovizia di particolari, nei giorni in cui il club bianconero pensava al signore di Grugliasco quale successore di Tudor. Che, invece, con pieno merito, si è guadagnato sul campo la conferma sino al 2027, sebbene oggi abbia avuto la conferma di quanto non fosse lui la prima scelta di Comolli. Transeat. Ciò che merita di essere sottolineato è il significato più ampio della scelta di Gasp. C'era un tempo in cui, quando la Signora chiamava, ogni allenatore si scapicollava a Torino.
Gasp e il rifiuto alla Juve
Oggi non è più così, se anche un protagonista dal Dna juventino qual è il successore di Ranieri nella capitale, fa una scelta diversa nel momento in cui il club di Elkann cerca proprio lui, calcisticamente cresciuto nella Juve, dove aveva messo piede dalla tenera età di 9 anni. Da quel momento, Gian Piero sale a uno a uno i gradini che lo portano al debutto in prima squadra, allenatore Giovanni Trapattoni, nella fase finale della Coppa Italia 1977, anticamera del prestito alla Reggiana, cui segue il ritorno a Torino e quindi il trasferimento al Palermo. Chiusa l'attività agonistica, dal '94 al 2003 Gasperini matura la fondamentale esperienza nel settore giovanile bianconero; giovanissimi, allievi, Primavera con la quale trionfa nel Viareggio: sono i prodromi della carriera che l'ha portato ai vertici della professione. Lontano dalla "sua" Juve. Definitivamente.