Il tifo juve a Roma: "Mi hanno portato una bara"
“Mi sono innamorato della Juventus da piccolino, agli inizi degli anni ’80, quando la Roma ha vinto lo Scudetto e noi abbiamo perso la coppa dei campioni ad Atene. Sono arrivato il giorno, il 26 maggio del 1983, dopo a scuola e ho trovato una bara con la maglia della Juve. Un pensierino degli amici. È stata la prima volta dove ho provato cosa fosse il tifo contro. Peraltro, l’anno dopo la Roma perde col Liverpool all’Olimpico e il dolore non era il sentimento prevalente, diciamo così. Ma non mi sono vendicato, ma con alcuni amici laziali non abbiamo passato una serata triste. C'era molto nervosismo in città” - ha raccontato.
Le finali perse e il sogno prima di Cardiff
Di finali perse allo Sermonti ne ha viste parecchie: “Allo stadio ho perso quella ad Amsterdam con il Real Madrid, l’anno dopo con il Borussia Dortmund ma ero in America per la laurea di mia sorella e l’ho vista in un bar con mio padre. Poi ero a Manchester ed ero dietro in curva dove hanno battuto il rigore: quando Shvchenko ha spiazzato Buffon non ho visto neanche la palla ad entrare. Sono corso all’aereoporto, ho aspettato lì e mi sono fatto il volo per Malpensa con tutti i tifosi del Milan. Una bellissima serata… Poi ho perso quella a Berlino e non ho perso quella a Cardiff perché l’ho vista allo Stadium. L’ho vista lì perché avevo sognato di correre di notte, nudo, nello stadio, da solo. Mi hanno detto allora “vieni a vederla”. Non abbiamo vinto altrimenti lo avrei fatto. Ero nella pancia dello stadio, con i giornalisti. Ho voluto non andare allo stadio. Putroppo la visione non si è avverata. Però succede che delle volte, quando Thuram ha fatto quel gol con l’Empoli mi ero detto che non si poteva essere eliminati, e poi, invece… Avevo fatto quel sogno, mi sembrava un’immagine bella, forte. Forse sarebbe stata l’ultima cosa che avrei fatto… (ride, ndr)”.