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Sermonti, Boris, Juve e Stanis: le Champions col Var e la Top 11 dolorosa “Tevez out per i 2 angeli”

Molto bianconero prima di "molto italiano". L'attore ha parlato del suo amore per la Vecchia Signora fin da quando era bambino raccontando diversi aneddoti riguardanti la sua vita

Un attore "molto italiano", come direbbe il suo Stanis La Rochelle in Boris, ma soprattutto molto... juventino. Pietro Sermonti è stato ospite a Small Talk, il podcast prodotto dal club bianconero. Un'occasione per parlare del suo rapporto con la Vecchia Signora fin da quando era bambino e per raccontare i tanti aneddoti divertenti della sua vita legati proprio ai bianconeri. 

Sermonti e il legame con la Juve

“Ho ancora il “tremorino” solo ad aver visto i campi di allenamento. Ognuno ha il suo rapporto con le divinità, c’è chi gli da del tu, chi le pacche sulle spalle, chi ci vuole giocare a carte, ma per me devono restare tali. Non riuscirei a prendere un tramezzino con Federico Gatti. Non lo voglio sapere, non voglio sapere che Giove mangia prosciutto e funghi. Per me le divinità stanno lì e lo sono perché giocano nella Juve. Sono divinità non per il talento ma per la maglia bianconera, per me anche giocatori apparentemente secondari lo sono. Da ragazzino ero pazzo di un giocatore che fece un gol contro il Pisa nel campionato ‘83/84, si chiamava Koetting. Credo che giocò in totale due partite. Per me lui, per qualche mese della mia vita è entrato nel Pantheon” -  ha spiegato Sermonti.

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