In un universo nient’affatto parallelo, uno dei rinnovi cruciali per la storia d’amore tra Alessandro Del Piero e la Juventus, era stato allestito in un rinomato ristorante di pesce, con la specialità della casa scelta direttamente dall’avvocato Pasqualin. Essendo parte della Confraternita del Baccalà alla Vicentina, il (vecchio) braccio destro del (vecchio) capitano aveva portato avanti una trattativa serrata, coadiuvato da Andrea D’Amico, agente, socio, elemento fondamentale di un incontro che incastrò tutto e tutti, dando ad Alex la possibilità di continuare il percorso di leggenda. «Perché l’abbiamo fatta lì? Ogni trattativa ha i suoi luoghi, le sue storie, e quella era figlia di un calcio diverso - racconta proprio D’Amico -. Fu l’azione decisiva: a Sandrigo, Vicenza, avevamo scritto un pezzo di storia».
D’Amico, come siete finiti lì?
«C’era una situazione di stallo, alla fine Pasqualin aveva deciso di seguire questa sua passione. Siamo riusciti a coniugare la buona cucina a quello che si è rivelato un ottimo affare».
Fu un rinnovo determinante per Del Piero.
«Era reduce da un infortunio, ma era rientrato bene. Di conseguenza è stato un contratto importantissimo».