Le parole di Comolli
Per capirci: dai compiti affidatigli ed egregiamente svolti, il Tolosa ha saputo costruire un progetto di valutazione dei calciatori completamente diverso dagli altri. Anche qui viene in soccorso una dichiarazione del direttore, in cui spiega il modus operandi da replicare a Torino: «Non utilizziamo scout come le altre squadre. Viktor passa dai 3 ai 5 giorni con ogni obiettivo finale dopo un’accurata selezione basata sui dati». Il punto di tutto è infatti conoscere l’uomo, ciò che potrà dare in campo è spiegato bene dalle statistiche: «Bezhani va a casa loro, esce a cena, chiede di incontrare mamma, papà, i fratelli. Vanno nel ristorante preferito e persino nel locale notturno, se ne hanno uno. Deve essere chiaro se la loro cultura s’integrerà a quella della società».
Chi è Bezhani
Ecco: il dirigente albanese fa tutto questo, ed è il prodotto di un percorso iniziato come match analyst nell’under 19 della Croazia, proseguito da vice allenatore dell’under 21 dei ciprioti dell’Anorthosis Famagosta, poi i passaggi tra le scrivanie degli osservatori: nel 2017 era in Polonia, al Legia Varsavia, nel 2019 il trasferimento in Inghilterra dove ha lavorato per il Brentford, salvo poi approdare al Watford nel 2020. Il Leicester l’ha preso per un paio di annate e alla fine è arrivato nel radar della squadra transalpina, scelto appunto tra un centinaio di candidati. Una scalata chiara, a cui manca la ciliegina sulla torta, la grande occasione di una vita e chissà con quali compagni di viaggio. Sulla scelta legata al direttore sportivo, la Juve continua a prendere tempo e a non mettersi fretta. Massara resta un nome concreto, però non ci sono stati contatti recenti; Lopez resiste ma è ben lontano dalla pole position. Resta in quota Salihamidzic, il preferito di una parte di dirigenza. Come in ogni matrimonio, toccherà procedere di compromessi.