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Comolli-Juve, storia e segreti: "Odio la mediocrità, scelgo così e a vincere preferisco..."

Le parole dello scorso settembre del nuovo innesto della dirigenza bianconera spiegano chi è, il suo modus operandi, i valori su cui basa la sua carriera e non solo

I gruppi di pensiero di Comolli

"Se potessi giocare a golf con tre persone (vive o del passato), chi sceglieresti? Sarò noioso: nella mia vita c’è solo il calcio. Non gioco a golf. Allora con chi giocheresti a calcetto a quattro? Vengo dal sud della Francia, dove abbiamo un detto: "Les arts de la table" – l’arte di mangiare e bere bene. Quindi, invece di andare a golf, andrei a pranzo o cena con loro. Allora, ho due tipi di gruppi, se posso.

Gruppo 1 – Personale e ispirazionale:

  • Mia moglie, le mie due figlie,

  • Bruce Springsteen e Arsène Wenger.

Arsène perché ogni discussione con lui — lo conosco da quando ho 18 anni, ne ho 52 — ogni pranzo o cena con lui è illuminante.
Bruce Springsteen perché mi ha accompagnato nell’adolescenza e nell’età adulta, è stato incredibile, mi ha aiutato nella vita con le sue canzoni. E ammiro la creatività. Io non sono creativo. Mi dai un compito, mi dai un club, lo costruisco. Ma non creo. Ammiro i creativi: che siano artisti, cantanti, chef, pittori… E lui è il mio idolo. Ammiro la creatività che ha, che io non ho. Ecco perché lo stimo così tanto.

Gruppo 2 – Leadership e resilienza:

  • John F. Kennedy,

  • Charles de Gaulle,

  • Winston Churchill.

Essere leader e unire le persone, ispirare... quello è facile, per me. La cosa più difficile nella leadership è la resilienza mentale. E queste persone, nei periodi che hanno vissuto, hanno detto; “Non mi muovo. Non faccio compromessi, né per il mio Paese né per ciò in cui credo. Sto portando il mio Paese attraverso questo periodo perché sono determinato, perché ho una forza mentale incredibile, e sono resiliente.” Questo è ciò che ammiro di più nella leadership. Il resto, sinceramente, è facile. La cosa più difficile è mantenere l’impegno e la disciplina verso ciò che vuoi essere come leader, verso dove vuoi portare la tua organizzazione. Immagina, come Paese o emisfero occidentale, arrivare dove sono arrivati loro… Mi lascia senza parole. Mi piacerebbe chiederglielo: “Come avete fatto?. Poi l'ultima domanda: "Cosa mi dà fastidio nel lavoro? Non sopporto la mediocrità. Se ci sono persone mediocri intorno a me, non possono restare. Non sopporto la mediocrità. E non capisco come qualcuno possa non essere un gran lavoratore. Semplicemente non è nel mio DNA, nel mio software… anzi, hardware. Non lo capisco proprio".

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