TORINO - Nemmeno Joel Dicker, tra le più contorte menti dell’editoria contemporanea, sarebbe riuscito a partorire una simile trama. Tra intrecci, smentite, e colpi di scena improvvisi, la questione allenatore della Juventus assomiglia sempre di più a un puzzle irrisolvibile. Sì, perché non vi è immagine alcuna che possa prendere definitivamente forma: all’appello mancano ancora dei pezzi. Troppi. E così, il candidato numero uno, quello che aveva riacceso i cuori dei tifosi in virtù di un ritorno dal trionfale sapore - Antonio Conte - si è dileguato all’improvviso, confermando l’impegno preso un anno fa con il Napoli di De Laurentiis. Da qui, la timida virata della dirigenza bianconera nei confronti di un altro ex alla ricerca di nuove vedute, Gian Piero Gasperini, promesso sposo della Roma. La Juve ha approfittato delle 48 ore di tempo concesse dai giallorossi per provare a imbastire una proposta al tecnico piemontese.
Le chiamate di Chiellini e Comolli
Stando alle ricostruzioni - smentite comunque dalla società bianconera - Gasperini avrebbe ricevuto due chiamate nella giornata di ieri: la prima, al mattino, da Giorgio Chiellini, che sembrava averlo stuzzicato e non poco all’idea di un suo possibile ritorno alla Juventus; la seconda, nel pomeriggio, da Damien Comolli, che dalle ricostruzioni - che non trovano conferme ufficiali all’interno del club - che avrebbero portato all’esito opposto, visto il successivo dietrofront di Gasperini, che dovrebbe tenere fede alla promessa data alla Roma. Intesa totale con il club dei Friedkin sulla base di un contratto di tre anni a 5 milioni più bonus. Anche se - lo ricordiamo - il tecnico dovrà prima trovare una formula con l’Atalanta per liberarsi, dal momento che è sotto contratto fino a giugno 2026.
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