Un mercato senza Champions
E poi ci sarebbero appunto le conseguenze sul mercato: difficile, al di là dell’aspetto economico, convincere giocatori come David ad accettare un club che non disputa la Champions quando su di lui c’è la concorrenza di chi gli può garantire dal vivo l’ascolto della “musichetta” più ambita del calcio. E lo stesso può valere per l’altro obiettivo dell’attacco, quell’Osimhen che ha sondaggi in Premier e in Arabia. Una questione che va oltre ai soldi necessari per il cartellino e che, appunto, riguarda anche chi nella Juventus già ci gioca. Primo fra tutti Kenan Yildiz. Chiariamo: il ragazzo turco è legato al mondo Juventus ed è sinceramente orgoglioso di avere ricevuto la maglia numero 10 come sottolineatura della considerazione che il club nutre nei suoi confronti. È altrettanto vero, però, che in questo calcio che va di corsa e che si nutre di sponsor oltre che di contratti risulterebbe difficile sopportare l’idea di perdere un altro anno senza i riflettori del palcoscenico più importante. È anche per questo che stasera a Venezia si conta molto sulla performance di Yildiz che giocherà per portare in Champions se stesso oltre alla Juve: i due aspetti collimano e si compenetrano.
Juve, paradiso o inferno
Con una vittoria questa sera, dunque, tutto si semplificherebbe e si aprirebbero scenari molto più confortanti e futuribili senza la necessità dei 100 milioni immessi da Elkann. E ci sarebbero meno pressioni anche sul fronte degli “scontenti” e di coloro che sono sulla lista di partenza dopo un’annata deludente. Primo fra tutti quel Douglas Luiz che non è riuscito a mostrare il proprio valore in questa stagione complessa. Piace in Premier ed è molto probabile che quella sia la sua destinazione. Così come Vlahovic su cui si potrà resistere a richieste al ribasso anche se ormai è evidente al mondo che non si riuscirà a rinnovare il pesante contratto in scadenza nel 2026. Ecco, una porta o l’altra farà tutta la differenza del mondo: paradiso o inferno.