«Non ho mai avuto dubbi sul fatto che Antonio Conte fosse un predestinato per il ruolo di allenatore. Ecco perché, appena ho avuto l’opportunità, scelsi di puntare di lui». Ci aveva visto lungo e molto bene Giorgio Perinetti. Il primo direttore sportivo a credere nelle doti da tecnico del pugliese, che ieri sera col Napoli ha conquistato il quinto scudetto in panchina (3 con la Juve e 1 all’Inter), a cui va aggiunta la Premier League vinta al timone del Chelsea. Conte ha scritto la storia, diventando il primo allenatore ad aver trionfato in Serie A con tre squadre diverse.
Come mai era convinto del Conte allenatore fin dagli albori?
«È semplice. A fine anni Novanta ero dirigente alla Juve e andavo tutte le settimane in panchina. Lì mi resi conto della personalità e della leadership di Antonio, che non a caso era il capitano di quella squadra. In mezzo a gente come Deschamps, Davids e Zidane era lui a comandare. In più era molto bravo nel leggere la gara, dando continue indicazioni ai compagni. Insomma, in lui c’erano tutte le doti per diventare un grande allenatore».