Le dimissioni di Francesco Calvo, se proprio vogliamo essere onesti e precisi, non cambiano granché nella gestione dell’area sportiva della Juventus. L’addio del responsabile del settore commerciale (con tutte le deleghe politiche) non dà il via a un effetto domino di novità in sede. Però è un fatto confermato e va a toccare l’organigramma del club, scatenando contestualmente una tempesta di voci e indiscrezioni. È come se l’annuncio dell’addio di Calvo abbia alzato il coperchio di un pentolone ribollente. Nessuno sa, esattamente, cosa stia cuocendo, ma sono tutti sicuri che sotto il fumo ci sia almeno un po’ di arrosto. D’altronde, la stagione della Juventus non è stata esattamente un percorso netto e il fallimento di tutti gli obiettivi sportivi (tranne la Champions ancora in ballo) è stato condito dall’imbarazzo per aver cambiato l’allenatore incoronato in estate come l’uomo del nuovo ciclo. Dunque non sarebbe sorprendente che, se non una rivoluzione, qualche ritocco possa essere apportato alla dirigenza.