Juve, futuro e certezze
C’è un’agenzia di scommesse che ha perfino quotato il ritorno di Motta a sessanta (se volete buttare i soldi). Vale tutto, insomma, anche perché il destino della Juventus, della sua dirigenza e del suo allenatore, è nei pensieri di John Elkann, uno che esce di rado e parla ancora meno. È curioso, quindi, constatare come nella Juventus nessuno sia veramente sicuro del proprio posto. Prendete gli attaccanti, chi fra Vlahovic, Kolo Muani, Yildiz, Conceiçao, Milik e Nico Gonzalez ha la certezza di vestire la maglia bianconera della prossima stagione? Stasera nei tre dietro, forse il solo Kalulu (che comunque deve essere riscattato) può nutrire qualche certezza, non certo Veiga e forse neanche Savona (che è stato già offerto in giro). Thuram e Locatelli, nel mezzo, hanno la cosa più simile al posto fisso che offre la Juventus di questi tempi, il resto del centrocampo oggi c’è, domani potrebbe essere altrove.
Il che suggerisce un dubbio e una riflessione. Il dubbio, con un suo fascino psicologico, è se in un gruppo di precari (a partire dall’allenatore) vincono le motivazioni a conquistarsi il futuro o le ansie dell’incertezza (ma occhio anche a un certo menefreghismo di chi non sente nessun senso di appartenenza). La riflessione è che della rosa attuale sarà dura racimolare un gruppo intorno al quale costruire un futuro migliore, se non uno zoccolo duro, almeno uno zoccolino da cui riedificare i muri di una grande squadra.
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