A giochi quasi fermi, in attesa di capire se la Juve riuscirà a uscire vittoriosa dalla bagarre Champions arrivando quarta, è già possibile trarre un primo bilancio. Una linea da tracciare e analizzare cosa è andato e cosa no, a partire chiaramente dall'allestimento della rosa. Diversi dei calciatori venduti da Cristiano Giuntoli in estate si sono rivalutati totalmente in altre piazze, con la possibilità di essere ceduti adesso dai nuovi club proprietari dei loro cartellini a cifre decisamente più considerevoli e a rivali sportivi della stessa Juve che li ha cresciuti: un esempio? Hans Nicolussi Caviglia, che è letteralmente esploso a Venezia con Eusebio Di Francesco diventando un top nel ruolo ed entrando nel mirino dell'Inter, pronto a puntare su di lui come vice Calhanoglu. Dopo essere orgogliosamente cresciuto, come lui ama ricordare, fin dai Pulcini con la maglia bianconera. Il classe 2000, su cui la Juve non ha più il controllo ma solo il 10% sulla rivendita, non è di certo l'unico esempio: i nomi e i casi sono tantu, da Moise Kean a Dean Huijsen passando per Nicolò Fagioli e Matias Soulé. Tutti, in un modo nell’altro, protagonisti di quel salto di qualità che alla Juventus avrebbe dato qualcosa in più.
Al contempo, diversi acquisti realizzati tra estate e inverno non hanno decisamente reso per quanto sperato (e, in diversi casi, investito). Resta la perplessità per la gestione del mercato bianconero soprattutto per quei calciatori provenienti dal settore giovanile: mentre club come Real Madrid e il Barcellona favoriscono la crescita dei 'canterani', includendoli nelle prime squadre e blindandoli con clausole principesche, il dirigente bianconero è andato in controtendenza facendo cassa con i giovani talenti, che però ora stanno diventando concreti campioni moltiplicando il loro valore. E i rimpianti crescono ancora di più guardando chi è stato preso al loro posto…
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