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Alisha Lehmann: “Sul privato mi feriscono. Juve? All’inizio ero senza fiato”

La calciatrice si è raccontata in un'intervista ai microfoni di "Small Talk", format prodotto dallo Juventus Creator Lab: ecco le sue parole

Un'Alisha Lehmann senza segreti quella che si è concessa ai microfoni di "Small Talk", un format prodotto dallo Juventus Creator Lab. In un'intervista fiume la calciatrice si è raccontata a tutto tondo, dalla sua vita privata, passando per la sua carriera fino alla gestione delle tante critiche che riceve quotidianamente. Il tutto nell'entusiamo di giocare nella formazione bianconera e tra retroscena e rapporto con le compagne ha svelato molti aneddoti curiosi e divertenti.

Alisha Lehmann, le parole: dall'infanzia alla vita personale

La calciatrice svizzera parte con il racconto, esplorando le sue origini e approfondendo la sua vita personale: "Tagertschi ( frazione del comune svizzero di Münsingen, ndr) è a 15 minuti da Berna: se abiti lì non ci sono vicini, sono tutte case singole e abbastanza isolate. È molto bello, quando andavo a scuola da bambina eravamo al massimo tre bambini per classe, è pazzesco. È molto diverso da qualsiasi città. Se mi hanno fatto una statua al mio paese? Buona idea, potresti dirglielo (ride, ndr). L’educazione in Svizzera è molto severa, lì siamo tutti molto concentrati sul lavoro. La gente di altri paesi è più rilassata, noi invece pensiamo di dover lavorare, comprare casa, avere una famiglia. Questo mi ha aiutato molto: sono cresciuta così e ho imparato cosa significa la disciplina. Ho conosciuto anche la cultura inglese, e mi è piaciuta: è così diversa dalla nostra! In Inghilterra sono tutti tranquilli: escono molto, si divertono, magari lavorano un pochino meno… Si, direi che è così. In Svizzera si svegliano alle 6 del mattino e lavorano fino alle 6 della sera, andando a letto alle 9 o alle 10. Ora sono qui e sto benissimo. Cosa facevano i miei? Mia mamma è una dentista, non ho passato molto tempo con mio padre, lo vedevo solo a volte. Mia mamma lavorava molto, noi eravamo quattro figli. Da 15-20 anni mia madre si è risposata, e il mio patrigno è come un padre per me, lui fa l’architetto".

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