Le difficoltà della Juventus non sono soltanto di natura tecnica, ma rimanendo alle questioni inerenti solo e soltanto al campo, l’impatto zero dell’attacco è la più evidente lacuna strutturale di una squadra che fatica a concretizzare e che non può contare sull’apporto continuo e affidabile di uno o più bomber prolifici. I limiti dei singoli vanno condivisi con i problemi di una squadra che, pur costruendo, non è in grado di capitalizzare e che nell’arco della stagione, passando da un allenatore a un altro, ha mancato il salto di qualità: la trasferta di Parma con relativa sconfitta pesante ha evidenziato ancora di più ciò che l’impatto di Tudor, con le sue idee e il suo carisma, aveva mascherato nelle prime tre partite della sua stagione: non si può tuttavia continuare a nascondere la polvere sotto il tappeto.
Un reparto che va rinforzato
La Juventus andrà rinforzata nel reparto offensivo, ma è ovvio che con la Champions oppure senza non sarà un dettaglio da poco: al di là della questione economica, che non è di per sé un corollario, c’è anche l’appeal che non è da sottovalutare quando l’obiettivo è attirare calciatori di alto livello e con notevoli ambizioni. Puntare tutto su Dusan Vlahovic, bilancia alla mano, non ha pagato dividendi: l’attuale assetto societario ha ereditato il pesante contratto del bomber serbo, oltre a un investimento mostruoso per il cartellino. Il gioco non è valso la candela e le parti sono destinate a separarsi in estate, dopo il Mondiale per Club. Ma attenzione: Vlahovic vanta ancora un anno di contratto (a 12 milioni netti di ingaggio), è stimato in Premier e ha ricevuto offerte importanti dall’Arabia (sempre declinate), però comprensibilmente non intende rinunciare allo stipendio e ipotesi di rinnovo spalmando le cifre non sono mai decollate.