Capello e gli anni alla Juventus: dall'eliminazione in Champions League a Calciopoli
Iconica è l'esperienza di Fabio Capello alla guida della Juventus: una squadra piena di campioni e che si confermò tra le più forti d'Europa. Per i tecnico i bianconeri sbagliarono una sola partita, quella di Champions League contro l'Arsenal che costò alla Vecchia Signora l'esclusione dalla coppa: "La mia Juventus era una squadra costruita per vincere, molto forte. Sbagliammo la partita contro l’Arsenal, nel quarto di finale di Champions League, che ci eliminò, ma giocammo molto male. Eravamo bloccati. Era una partita aperta”. In quella formazione chi era più importante tra Cannavaro, Vieria o Nedved? “Era Emerson. L’equilibratore. Ma erano tutti bravi, era una grande squadra. Non aveva bisogno di quegli aiuti e di quelle che cose che si sono inventati. Se poi si va a rivedere la finale del Mondiale giocato in Germania c’erano 9 giocatori della Juventus”.
A Torino lanciò un grande attaccante, Zlatan Ibrahimovic: “Mino Raiola un giorno, dopo un mese e mezzo che studiavo Zlatan, mi dice: “Fabio Ibra spacca le mani ai portieri” e gli rispondo: “No al massimo i vetri della palestra dietro la porta per il momento”. Allora da lì iniziai a chiedergli di fare alcune cose a livello tecnico, lo reimpostai e quando lo fai con i talenti… Facevamo questo tipo di esercizio a fine allenamento, lui certe volte voleva andare via e io lo richiamavo. Poi è migliorato tantissimo. Un giorno gli preparai una cassetta con i gol di Van Basten e gliela diedi. I talenti assorbono, imparano”.