Nicola Legrottaglie, ex difensore e attualmente libero da ogni vincolo contrattuale dopo l'esperienza da dirigente con la Sampdoria. In carriera ha vestito maglie importanti come quelle di Juventus e Milan, oltre a qualche presenza con l'Italia. Nel mezzo un percorso religioso che l'ha avvicinato agli Atleti di Cristo e di scrivere ben quattro libri riguardo la sua fede e a quanto sia stata importante per tornare a giocare a calcio ad alti livelli: "Oggi prego, leggo la Bibbia. Già da piccolo, ma poi sono uscito dal binario". L'ex difensore bianconero si è raccontato al Corriere della Sera.
Legrottaglie, la Chiesa e la svolta Chievo
Nicola Legrottaglie ha raccontato al quotidiano quando ha iniziato a ritrovare la fede in Dio: "Devo tutto a mia madre Lucia. A 52 anni si è ammalata, tumore al colon. Una serie di operazioni, recidive e poi è volata in cielo. Mi ha fatto il regalo più grande: conoscere Dio". Da ragazzo come lui stesso ha detto è "uscito dal binario" e il motivo è stato "per conformarmi alla massa. Mi sentivo in dovere di fare certe cose per non apparire come uno sfigato. Dovevo impressionare, andare dalle ragazze, portare a casa numeri. Alle feste vado anche oggi ma con la differenza che faccio ciò che mi fa stare bene".
E il cambiamento in questo senso è arrivato anche per il calcio: "Nel 2005 la Juve mi ha mandato in prestito al Siena e lì ho incontrato Guzman, centravanti paraguiano, che mi ha avvicinato agli 'Atleti di Cristo'. Con lui ho capito che la fede non era un miraggio ma concretezza. Siamo quel che scegliamo e alcune volte le mie mi hanno fatto sentire sporco. Con Dio mi sono sentito perdonato perché lui ti ama e basta, ho chiesto scusa a tante persone e risolto certe situazioni. Oggi vado anche nelle scuole per spiegare la fede". La svolta calcistica invece: "Con il Chievo dei miracoli. Ho avuto tanti allenatori: da Trapattoni a Lippi, Allegri, Mazzone e Capello, ma quello che mi ha insegnato di più è stato Delneri. Mi ha fatto giocare come voleva lui, seguendo la palla e non gli avversari. Primo di incontrarlo ero allergico alle regole, più istintivo".