Doveva essere la notte dei Conceicao, è stata anche la noche dei Diez - prima Yildiz e poi Pulisic - ma è stata soprattutto la notte folle di Thiago Motta, che stravolge la Juve con dei cambi non solo incomprensibili ma palesemente dannosi e la manda a fondo, regalando la finale a un Milan fortunato che capitalizza l'ingenuità di Locatelli per il rigore del pari e poi ringrazia Di Gregorio, inspiegabilmente fuori dai pali a farsi infilare da una deviazione sfortunata di Gatti ma ampiamente gestibile se fosse rimasto in contatto con la sua porta. L'istantanea della partita è quella del tecnico bianconero inginocchiato a pochi minuti dalla fine, con lo sguardo perso nel vuoto, a sperare in un pari che non arriverà e con sul groppone questa sconfitta che porta la sua firma.
Yildiz, un 10 che segna come un 9. Davanti è PsicoVlahovic
Saltato Chico nel riscaldamento, Motta mette Yildiz a destra e la formula paga: dopo un primo quarto d'ora di grande pressione, con Locatelli in testa a recuperare palloni nella metà campo rossonera e un paio di errori gratuiti di Vlahovic a vanificare tutto, arriva la giocata decisiva per il vantaggio Juve. Protagonista Mbangula con un taglio da grande del calcio, una verticalizzazione alla De Bruyne a infilare la difesa rossonera: Theo in scivolata non ci arriva, Yildiz controlla e in area scarica violentissimo sul primo palo il destro alle spalle di un Maignan bruciato. Una rete da 9 puro per il numero 10 bianconero, che supplisce all'ennesima prova da crollo nervoso di Dusan, sovrastato fisicamente da Thiaw e capace di autoannullarsi sbagliando controlli e appoggi semplici non pressato.