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“Verrai alla Juve e sarai massacrato. Calciopoli? Ci rido sopra, so la verità”

 

Buffon ha raccontato uno dei momenti più delicati della sua carriera: la retrocessione in B e Calciopoli. Poi la verità sulla finale di Champions, tante curiosità e la "nuova era" di Motta

"In B per guardarmi allo specchio. Infangato gratuitamente"

Buffon ha così raccontato la retrocessione in Serie B: "Avevo 28 anni, era il periodo migliore per un portiere professionista. L'ho fatto perché senza pensarci tanto sentivo fosse la scelta giusta e che guardandomi allo specchio mi sarei rispettato. Avevo capito che la Juve aveva bisogno e per me è stato un piacere. A Secco dissi: 'Se volete rimango e mi potete togliere il 15% dello stipendio'. Si doveva sgombrare il campo da equivoci, non mi fragava dei soldi, ma solo della gente, perché credevo fosse giusto. Per dimostare con i fatti la mia riconoscenza". Poi sui titoli revocati: "Mi sono sempre concentrato su quello che ha detto il campo, il fatto che quei campionati che sono stati oggetto di discussione li ho vissuti come protagonista e con i miei compagni come squadra da battere. Ho ancora quelle medaglie, io ci sorrido sopra, io so quello che è successo in campo e chi ha meritato ed è stato più bravo".

E ancora sull'estate 2006: "Per me è stata un'umiliazione, essere chiamato in causa, essere messo in discussione. Si può dire di tutto di me, ogni tanto faccio cose non ordinarie, ma su alcune cose non toccatemi perché toccate quello sbagliato. Quei fatti lì mi fecero male, mi sono sentito umiliato e strumentalizzato da una giustizia che non voleva fare giustizia ma solo infangare gratuitamente".

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