5) Raimundo Orsi
Il primo fuoriclasse della storia juventina. Avrebbe potuto anticiparlo l’ungherese Hirzer, acquistato da Edoardo Agnelli nel 1925 e idolo dell’Avvocato bambino: fece in tempo a vincere uno Scudetto e a segnare 50 gol in 43 partite, poi le restrizioni sugli stranieri lo costrinsero a tornare in Ungheria. Il regolamento vietava di schierare stranieri anche nel 1928, ma Edoardo rimase così stregato da Orsi nell’Argentina ai Giochi di Amsterdam, da acquistarlo lo stesso anche se la Juve poté schierarlo solo dal 1929. Diventò la stella dei cinque Scudetti di fila tra il 1931 e il 1935, facendo sognare l’Avvocato, e come oriundo conquistò anche il Mondiale con l’Italia nel 1934, l’anno di nascita di Umberto.
4) Alessandro Del Piero
Degli amori fanno parte anche gli attriti. Non ha fatto eccezione quello tra la famiglia Agnelli e Alessandro Del Piero, che mettiamo idealmente ai piedi del podio perché anche lui, come Platini, ha unito due generazioni, quella dell’Avvocato e del Dottore e quella di Andrea. E pazienza se proprio con Andrea c’è stato attrito, nel momento in cui l’allora presidente decise che la storia di Pinturicchio nella Juventus era giunta alla fine. Pinturicchio, già: pittore rinascimentale al quale Gianni Agnelli paragonò il giovane Del Piero. Paragone e stimolo, perché nato dal confronto con Roberto Baggio che l’Avvocato in precedenza aveva paragonato invece al ben più celebre Raffaello. Stimolo sicuramente raccolto da Del Piero, divenuto in quasi due decenni l’uomo dei record nella storia della Juventus, facendo esultare Gianni e Umberto e mettendo poi la firma anche sul primo Scudetto di Andrea da presidente.