Szczesny e la Champions sfumata: "Con CR7..."
In due stagioni Szczesny era convinto di vincere la Champions: "L'anno dell'eliminazione col Real Madrid al Bernabeu e quello in cui ci eliminò l'Ajax". 'Tek' parte proprio dalla seconda: "Quella stagione arrivò Cristiano, c'era grande entusiasmo dopo la gara con l'Atletico Madrid. Poi mi guardavo attorno e non vedevo una squadra più forte della Juve. La sfortuna è che ci capitò l'Ajax, quella gara di ritorno fu un incubo. Loro sono, tra virgolette, una squadra piccola in Champions. Non ci fecero toccare la palla... Ero incredulo: era arrivato Cristiano al massimo della forma, la squadra era fortissima, mi domandavo perché anche in quella partita ero io l'uomo più importante visto che avevo fatto 2-3 parate bellissime. De Ligt segnò per l'Ajax il 2-1, e dopo quel gol non abbiamo fatto un'azione da calcio: ci hanno distrutti. Ci sono tanti motivi, anche qualche assenza come quella di Chiellini. Però con la squadra scesa in campo ero convinto di passare il turno e vincere la Champions: l'Ajax, passato con noi, affrontò il Tottenham. E gli Spurs in finale trovarono il Liverpool, in quella penso sia la finale più brutta nella storia della Champions League. Peccato... Avevamo Cancelo, Douglas Costa, Dybala, Ronaldo, Mandzukic: tutti i più forti d'Europa, su tutti CR7 che in quella competizione conta abbastanza. Quell'eliminazione l'ho sofferta perché ero convinto di vincere: tra l'altro era il mio primo anno da titolare alla Juve, e feci bene in Europa. È andata così".
Proseguendo a ritroso il racconto dell'eliminazione al Bernabeu contro il Real Madrid. Ad un passo dai supplementari, rigore per i blancos, Buffon espulso per proteste e Szczesny che entra all'ultimo nel tentativo (poi vano) di parare il tiro dal dischetto di Cristiano: "Io ero seduto in panchina, c'erano due file. Io ero nella seconda, con le gambe rilassate per 90 minuti: il portiere non pensa mai di poter entrare: fai il secondo, dici che sei pronto, ma non ti prepari per giocare la partita. Quando ho visto Gigi espulso son passati due secondi per capire la situazione, poi ho pensato 'Ah, entro io allora?! Ma come entro io al 93° per parare il rigore a Ronaldo per passare il turno, ma stiamo scherzando?'. Mi son riscaldato per un minuto. Con Claudio Filippi facevamo una preparazione ai rigori molto importante. Ci sono state delle partite dove eravamo convinti di sapere dove un rigorista avrebbe calciato. Lì al Bernabeu mi sono alzato, ho guardato Claudio e gli ho detto: 'Apre il tiro, vero?', e mi ha risposto di si. Non c'era tensione, ero convinto di poter parare. Al 93°, sotto per 0-3, sai che Ronaldo calcerà il rigore nel modo in cui si sente più sicuro. Penso di entrare ed essere l'eroe della serata... E invece, anche se il lato era giusto, l'ha messa sotto il sette. Avrei potuto mettere me, Buffon, Perin e Pinsoglio tutti e 4 insieme in porta e comunque entra. Lì capisci l'importanza del giocare, il carattere di metterla lì con così tanta pressione: non è roba da uomini ma da robot, e lui è un robot. Bravo lui".
WHATSAPP TUTTOSPORT: clicca qui e iscriviti ora al nuovo canale, resta aggiornato LIVE