TORINO - Edgar Davids che abbraccia alle spalle Paolo Montero sul prato del centro tecnico di Vinovo è un tuffo al cuore per i tifosi bianconeri. Una altro di quelli a cui li costringe, in maniere esageratamente autocommisserativa va detto, questo presente sbocconcellato in rapporto ai fasti di certi (non tutti, appunto) passati di gloria e di grandi campioni. Di cui l’olandese è stato esempio eponimo seppure, pensa un po’, tutt’altro che giochista. Perché a quello ci pensavano gli altri (ricordate un certo Zidane, per esempio?) mentre lui lottava duro a conferma del basilare assioma del calcio secondo cui le rose non si giudicano (solo) in relazione agli stipendi ma soprattutto in relazione alla loro varietà e completezza. Poi certo, la qualità dei giocatori fa sempre la differenza e, mannaggia, quanta ne faceva Davids...
Le parole di Capello
Tanto è vero che ieri Montero, appena se lo è visto sbucare alle spalle, gli ha chiesto se volesse scendere in campo. Edgar ha sorriso e comunque ha spiegato un paio di “movimenti” ai ragazzi dell’Under 19 allenata dall’ex compagno. Poi, in panchina accanto a Massimiliano Scaglia (ds del settore giovanile bianconero), Cristiano Giuntoli, Gianluca Pessotto e lo stesso Montero ha assistito all’allenamento dei ragazzi. Libero da impegni dopo la collaborazione con la Nazionale olandese, Davids è uno di quegli ex bianconeri che i tifosi vedrebbero con entusiasmo nello staff del futuro. Circa il valore del Davids giocatore si è espresso proprio ieri, a Sky, Fabio Capello: "Davids non era forte solo lì (alla Juve, ndr), era forte anche al Milan. Io l’ho dovuto mandare via perché c’erano stati dei problemi dal lato comportamentale. Però avevo chiesto espressamente di non darlo a nessuna italiana, di cederlo all’estero per piacere. Poi i dirigenti mi hanno detto 'lo mandiamo alla Juventus' ed è andata così".
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