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Ronaldo-Juve, l'irritualità dell'arbitrato: perché il Collegio ha deciso così

Il club si aspettava di non dover pagare nemmeno un euro al portoghese, basandosi sul fatto che in occasione delle due manovre stipendi del periodo Covid, Cristiano aveva firmato la rinuncia agli stipendi

Ronaldo consapevole della manovra stipendi

«La Società, anche con il supporto dei propri legali, sta esaminando la decisione del Collegio Arbitrale, riservandosi ogni valutazione e iniziativa a tutela dei propri diritti», si chiude così il comunicato serale della Juventus, ma un ricorso - per quanto possibile - è difficile, perché previsto solo in casi molto particolari. E il lodo, arrivato ieri all’ora di cena, non è stato ancora studiato nei minimi particolari per capire se ci sono quei margini. Certo, la Juventus si aspettava di non dover pagare nemmeno un euro a Ronaldo, basandosi sul fatto che in occasione delle due manovre stipendi del periodo Covid, Cristiano aveva firmato la rinuncia agli stipendi, ma non la lettera con la quale la Juventus si impegnava a restituire parte di quei salari nel corso degli anni successivi sotto varie forme.

Insomma, il Collegio Arbitrale ha riconosciuto la validità dell’accordo di riduzione dei compensi nella stagione sportiva 2020/21 e rilevato l’assenza di alcun accordo di integrazione concluso tra le parti, ritenendo, dunque, che la cosiddetta “carta Ronaldo” non abbia alcun effetto vincolante. E ha quindi respinto le istanze di Ronaldo, al quale non è stato riconosciuto neanche il fatto di aver subito un inganno (come sosteneva nel suo ricorso), perché è dimostrabile che lui fosse perfettamente consapevole di cosa fosse la manovra stipendi.

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