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Juve, i numeri che spiegano tutto: Koopmeiners e le difficoltà a centrocampo

Juventus FC via Getty Images

I gol segnati da Rabiot, Locatelli, e McKennie non sono minimamente riusciti a compensare i deficit del reparto offensivo in fase di finalizzazione. Ma non è mancato solo questo

I tiri a partita della Juve

E ci arriva pure spesso, in media 13,7 volte a partita che le valgono il quarto posto in campionato: solo Napoli, Inter e Milan calciano più spesso verso la porta avversaria (mentre solo Atalanta e Inter, 14,9 e 15,4 metri, calciano da più vicino). Il problema è che, nonostante distanza e situazioni ottimali, come si è visto, di quei 13,7 tiri a partita i giocatori di Allegri ne mettono nello specchio solo 3,66: «Il dato più forte che emerge dall’analisi della fase offensiva bianconera è la disparità tra il numero di tiri a partita e quello dei tiri nello specchio. Confermato anche dalla differenza negativa tra gol realizzati, 45, e xGol prodotti, 47,4: un -2,4 che tra le prime 10 della classifica è migliore solo del -2,5 del Torino e del -2,9 del Napoli».

Ed è decisamente lontano dal +14,7 della Roma (56 gol fatti a fronte di 41,3 xGol prodotti), dal +13,1 dell’Atalanta (57 gol e 43,9 xGol), dal +10,3 del Milan (63 gol e 52,7 xGol) e dal +9,2 dell’Inter (77 gol e 67,8 xGol). Nella distribuzione dei gol bianconeri, oltre a un attacco in cui solo Dusan Vlahovic, pur con alcuni passaggi a vuoto, sta disputando una stagione all’altezza a livello realizzativo, spicca il ridotto contributo realizzativo dei centrocampisti.

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