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Tardelli: "Juve, non mi emozioni più: per lo spettacolo serve il gioco"

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Intervista al campione del mondo 1982 ed ex centrocampista bianconero: "La squadra è in un momento molto particolare però se dovesse vincere la Coppa Italia e centrare la Champions..."

Una leggenda azzurra, con quell’urlo ai Mondiali vinti nel 1982 che non è secondo a quello celeberrimo di Munch, e una leggenda bianconera, con dieci stagioni di militanza alla Juventus, nelle quali ha vinto scudetti e Coppe italiane ed europee. Marco Tardelli è tornato ieri a Torino, ospite dell’azienda casearia Biraghi, che ha festeggiato i 90 anni di attività e la prima stagione di partnership con la Figc, un legame che continuerà fino al 2027 come Official Partner di tutte le Nazionali di Calcio Italiane. «Era da sette-otto anni che mancavo da Torino e non nascondo che mi sono emozionato a rivedere questa grande e bellissima piazza San Carlo». Un tuffo nel passato perché proprio nel salotto di Torino, dove venivano festeggiati gli scudetti bianconeri, «c’era, ai miei tempi, la sede della Juventus...».

Tardelli e la Juventus di oggi

Tardelli, lei si è emozionato per i luoghi di Torino, ma si emoziona ancora per la Juventus?

«No, non mi emoziono più a vedere la Juventus...».

Per quale motivo? È passato troppo tempo o invece è per il gioco della squadra?

«Perché ho 70 anni…».

Tardelli: "Rabiot? Dipende da chi ci sarà in panchina"

Come vede i bianconeri in questo momento?

«La Juventus è in un momento molto particolare però se dovesse vincere la Coppa Italia e qualificarsi per la Coppa dei Campioni Allegri avrebbe centrato gli obiettivi che gli sono stati chiesti».

Allora, se centra questi due obiettivi è giusto che venga riconfermato oppure è meglio che ci sia un cambio in panchina?

«Dovete chiederlo ad altri, io non faccio più parte del Cda della Juve».

Il contratto di Rabiot scade a fine stagione: secondo lei, che è stato uno dei più forti centrocampisti della Juventus, la società farebbe bene a rinnovarglielo?

«Per Allegri sembra che Rabiot sia indispensabile. E mi pare abbia dimostrato di essere importante per la squadra. Però poi dipenderà da chi ci sarà in panchina».

Sicuramente sabato avrà visto Torino-Juventus: non ha la sensazione che non ci siano più i derby di una volta?

«No, non è vero, ci sono ancora. Però ho visto troppi errori, anche se di occasioni ce ne sono state. È stato un derby sotto tono perché tutte e due le squadre sono sotto tono. C’è da dire che il Torino gioca anche un buon calcio…».

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