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Juve, il senso delle parole di Elkann e quella citazione tutt’altro che casuale

Il futuro di Torino passa dal derby: la Conference per i granata e la Champions per i bianconeri

Il derby resta il derby, neanche trent’anni a senso unico o quasi riescono a estirpare il gusto di una partita che va oltre e che, nonostante tutto, riesce a scavare nei ricordi e nei sentimenti, pilastri su cui si regge, talvolta traballante, la passione per il calcio nel terzo millennio. Che poi Torino non si infuochi come Roma è questione di abitudini, caratteri e attitudini, ma che sotto la sobrietà bruci comunque la fiamma del derby è indubbio. Anche nel granata più assopito dall’anestesia dei decimi posti, anche nello juventino più snob nei confronti del Toro, sotto sotto prude la voglia di vincere. Nei primi per seppellire di sfottò gli avversari, nei secondi per vivere tranquilli almeno fino al prossimo derby.

Un motivo in più per vincere

Insomma, proveranno a sminuirlo in tutti i modi il derby di Torino, magari ricordando che una volta valeva lo scudetto e c’erano uomini veri in campo «e non come ora...», ma contro la nostalgia oggi c’è una qualificazione in Europa che condisce il derby. Era un po’ che la partita non valeva qualcosa di concreto per entrambe le squadre. Questo pomeriggio Torino e Juventus avranno un motivo in più per vincere. Da una parte c’è il sogno di raggiungere la Conference League, dall’altra la necessità di blindare la qualificazione alla prossima Champions. La Torino del calcio guarda all’Europa, con la possibilità di portarci due squadre. Non è cosa da poco, soprattutto in una stagione dove le vicissitudini dell’una e dell’altra squadra rischiavano di ammosciare il clima.

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