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Giraudo, perché il ricorso potrebbe minare la giustizia sportiva: le due strade

Nell’appello contro la radiazione c’è un “difetto di giurisdizione”: rinviato alla giustizia ordinaria

TORINO - La vicenda Giraudo è stata risucchiata in una sorta di cortocircuito. Il Tar, nella giornata di ieri, ha espresso un “difetto di giurisdizione” in merito al ricorso dell’ex amministratore delegato della Juventus avverso la radiazione a vita, a suo carico, comminata in conseguenza dei fatti di Calciopoli. Cosa significa? Significa che con ogni probabilità, in attesa della documentazione completa prodotta dall’organo amministrativo, Giraudo è stato rinviato a un tribunale ordinario.

Da cui il suo caso giuridico già proviene, però, senza essere mai stato trattato nel merito. "C’è un chiaro difetto logico in questa decisione, che non può essere in alcun modo reputata condivisibile – il commento di Amedeo Rosboch, avvocato di Giraudo –. La vicenda deriva già da una causa che era stata radicata davanti a un giudice del lavoro, iter al termine del quale era stato rilevato il difetto del giudice ordinario". Secondo una dinamica quantomeno non inedita, a proposito di questa vicenda. "C’è un dato che reputo incredibile: tutte le cause portate avanti dal dottor Giraudo in questi anni si sono puntualmente concluse con sole sentenze di inammissibilità, senza che alcun giudice sia mai voluto entrare nel merito", la considerazione ancora di Rosboch.

Giraudo, il Tar dichiara "difetto di giurisdizione": che succede adesso

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