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Porrini: Tra Lippi e Allegri non c’è paragone, noi attaccavamo. Calmi con Motta

L'ex giocatore bianconero ha presentato la sfida contro l'Atalanta e ha analizzato il momento della Vecchia Signora: "Non puoi accontentarti di un quarto posto"

"Oggi Vlahovic mancherà tantissimo alla Juventus. Dusan dopo un primo anno e mezzo difficile era finalmente tornato quello della Fiorentina; mentre Milik non segna da 5 mesi in Serie A. Il polacco mi ha un po’ deluso: quest’anno non ha lasciato il segno. Sicuramente ha bisogno di giocare e avere continuità per la sua struttura fi sica, ma in un grande club come la Juve devi farti trovare pronto anche se giochi poco. Il suo contributo è stato minimo finora". Parola di Sergio Porrini, protagonista con la Vecchia Signora dal 1993 al 1997 con 2 Scudetti, 1 Champions League, 1 Supercoppa Europea, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Coppa Italia e 2 Supercoppe Italiane.

Ha vestito anche la maglia della Dea: che partita si aspetta?

"Quando c’è di mezzo l’Atalanta in genere non ci si annoia. Si affrontano due squadre in difficoltà: la Juve sembra un attimino in crisi e i nerazzurri non vincono da un mese. Credo prevarrà il tatticismo nel primo tempo; perché avranno paura entrambe di perdere".

"Allegri come Lippi? Assolutamente no"

Come giudica finora la stagione bianconera?

"La Juve in un mese ha perso credibilità e solidità. Mi aspettavo di più dai bianconeri. Vero che l’Inter in assoluto era la più forte sulla carta e l’hanno poi confermato sul campo. I nerazzurri fanno veramente un gran bel calcio; mentre le altre giocano a ciapa-no. Juve, Milan e il Napoli hanno bucato troppe gare. Per questo il campionato è già finito a marzo. Tornando alla Juve: quando indossi quella maglia, devi andare oltre le aspettative. Non puoi accontentarti di un piazzamento tra le prime quattro..."

Lei ha vinto tutto con la Juve di Lippi che molti hanno paragonato ad Allegri. È d’accordo?

"Assolutamente no. Ad Allegri manca almeno un trionfo europeo per accostarlo a Lippi, che ha vinto tutto. Sicuramente entrambi sono bravissimi nel gestire i giocatori e il gruppo, ma sul piano del gioco c’è una grande differenza. La nostra Juve giocava un calcio d’attacco. Mi aspettavo di più dal suo ritorno".

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