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"La Juve mi cedette senza dirmelo. Non si aspettavano giocassi quel Mondiale..."

LaPresse

L'ex centrocampista bianconero parla della sua cessione prima di affrontare la competizione iridata

Un salto indietro nel tempo, nel calcio degli anni '90. Anni importanti per tutto il movimento con i migliori giocatore in campo nel campionato di Serie A. Tra calciatori più affermati e giovani promesse, poi cresciute fino a diventare grandi e indispensabili. Di nomi se ne potrebbero fare a centinaia, ma la storia in questione è di un ragazzo in particolare, ovvero Dino Baggio. "In Europa in tanti pensavano fossi parente con Roberto" ha dichiarato a Relevo, ma nulla di tutto ciò anche se con il Divin Codino ha giocato con l'Italia nei Mondiali disputati negli Stati Uniti e anche nella Juventus. Proprio dei bianconeri è tornato a parlare l'ex centrocampista con un passato in squadre importanti nel massimo campionato: Torino, Parma, Lazio e, come detto, anche con la Vecchia Signora, con diversi trofei conquistati come tre Coppa Uefa, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana. Di quel periodo ha raccontato di un particolare retroscena di mercato. 

Dino Baggio e la parentela col Divin Codino 

In Europa si parlava tanto di Dino e Roberto, ma il centrocampista ha parlato delle voci di parentela che circolavano all'epoca: "Abitavamo a 20 chilometri di distanza, eravamo e siamo amici, ci aiutavamo in tutto. E sì, non solo in Spagna pensavano che fossimo una famiglia, ma in molti posti in Europa. Qui, in Veneto, è un cognome normale. Un'altra cosa è quando abbiamo coinciso con la Nazionale o la Juve. In fondo, mi faceva molto comodo sapere che pensavano che fossimo fratelli".

Poi ha risposto alla domanda se fosse un peso: "Affatto, perché come ben sapete eravamo diversi e giocavamo in posizioni differenti. Sul fisico, nient'altro da aggiungere... Non eravamo uguali. Inoltre, all'inizio degli anni '90 lui era già una star mondiale e io stavo emergendo. Ho infatti esordito nel 1989 con il Torino in Serie B. Lui è nato nel 1967". E il Divin Codino oggi: "La Federazione, quando era presidente del settore tecnico (2010-13), lo ha ignorato. Se n'è andato e ha detto che non sarebbe tornato. Aveva proposto un programma molto articolato sul settore giovanile a 360º: che tipo di lavoro fare per far crescere i ragazzi fino ad arrivare in Serie A, ma non è stato approvato. Ora si dedica ai suoi hobby: caccia, meditazione e buddismo". E poi quel retroscena di mercato sulla Juve...

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