Fosse un incontro di boxe, la cintura di campione sarebbe ai fianchi di Lautaro Martinez, e non solo perché è il capocannoniere, come leggete a fianco. Oggi però Dusan Vlahovic è a pieno titolo lo sfidante numero 1 ed è - e questa è la cosa più importante perché non di un incontro di boxe si tratta, ma di una partita di calcio - in grado di dare alla Juve la spinta decisiva per vincere, proprio come Lautaro all’Inter.
I numeri di Vlahovic
Spinta che ha già dato da Natale, anzi, dall’antivigilia di Natale: dalla trasferta di Frosinone, dove, entrato nella ripresa aveva firmato il 2-1 a 10 minuti dal termine. Primo di una serie di 7 gol in sei partite, ai quali aggiungere l’assist per il gol di Rabiot alla Roma. Un Vlahovic tornato quello di inizio stagione (4 gol in 5 giornate) e delle sue prime partite in bianconero, appena arrivato da Firenze nel mercato di gennaio di due anni fa. Completamente diverso da quello della passata stagione e dell’ultimo autunno, quando pareva essersi perso. In un tunnel, titolava Tuttosport il 9 novembre: non segnava da due mesi ed era a 4 gol, meno dei 4,7 xgol avuti a disposizione (gli xgol sono i gol previsti in base a un calcolo che assegna a ogni tiro, in base a posizione e altri parametri, una probabilità di trasformarsi in rete) e un terzo dei 12 gol di Lautaro (con 7,3 xgol, dato Soccerment come gli altri riportati). Impietosi i numeri rapportati al minutaggio: Vlahovic tirava più spesso, 1 volta ogni 21’ contro 1 ogni 25’, e in condizioni più favorevoli, 1 xgol ogni 117’ contro 1 ogni 123’, ma segnava la metà, 1 gol ogni 139’ contro ogni 74’.