Un ponte. Un ponte lungo e arcuato come i tiri con cui aveva segnato talmente tanti gol da etichettarli col suo nome. Un ponte tra due ere d’oro della storia della Juventus, unite superandone il baratro più profondo. È il ponte che Alessandro Del Piero costruisce nella sua ultima stagione bianconera e di cui mette una pietra fondamentale, da un punto di vista concreto e simbolico, il 25 marzo 2012: il giorno del suo ultimo derby d’Italia. Già il nome, con cui la battezzò Gianni Brera negli anni Sessanta, spiega quanto speciale sia la sfida tra Juventus e Inter e anche limitandosi a quelle giocate a Torino, come stasera, e a quelle che hanno visto trionfare i bianconeri, sceglierne una è un’impresa. Dall’addio di Boniperti condito con sei gol di Sivori nel 9-1 del 10 giugno 1961 al 2-0 che il 20 ottobre 1996 vide sorgere l’astro di Zidane, autore del raddoppio, gli Juve-Inter scolpiti nella storia bianconera sono tantissimi.
L'ultimo derby d'Italia di Del Piero
Quel 2-0 del 25 marzo 2012 però è unico. Unico come il decennio di trionfi da metà anni Novanta a metà anni Duemila (anzi, quasi unico, il decennio da metà anni Settanta a metà Ottanta gli sta alla pari); unico come l’abisso di Calciopoli; unico come il ciclo di nove Scudetti di fila che proprio nel 2012 comincia. E unico come il giocatore che lega quei due periodi, primatista bianconero di presenze, 705, e gol, 290: Alessandro Del Piero, protagonista del primo Scudetto di Lippi nel 1994-95 e del primo di Conte nel 2011-12. Protagonista e riserva in entrambi i campionati, proprio come in un cerchio. Riserva di Roberto Baggio il Del Piero ventenne, riserva di Vucinic o Matri il Del Piero trentasettenne. Entrambi però capaci di sostituire i titolari dall’inizio o in corsa e segnare gol decisivi. È in panchina anche quel 25 marzo 2012, Del Piero, e si avvia alla fine della sua storia bianconera, epilogo già annunciato dal presidente Andrea Agnelli, col quale il rapporto non è certo idilliaco. Ma questo non c’entra con le scelte del suo vecchio compagno e ora allenatore, Antonio Conte: Del Piero è in panchina perché a reggere i ritmi da titolare farebbe fatica, ma è uno splendido jolly da calare a partita in corso, anche se in campionato non ha ancora segnato (ma cinque giorni prima ha realizzato una rete decisiva per eliminare il Milan in semifinale di Coppa Italia).
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