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Szczesny l'eclettico, tra Juve, ironia e cultura: il suo futuro non sarà la tv

Arrivato alla Vecchia Signora come erede di Buffon, il portiere polacco è molto di più di un semplice giocatore di pallone

TORINO - "Balla balla, portierino...”. Chissà se Wojciech “Tek” Szczesny conosce la canzone di Lucio Dalla e, nel caso, se ci perdonerà questa indebita traslitterazione che prende le mosse dal passato di ballerino dal portiere polacco. Un artificio retorico, è ovvio, per introdurre il discorso su un uomo famoso perché di mestiere fa il portiere di calcio, ma che è molto più di un semplice giocatore di pallone. Sul fatto che sia bravo non si dovrebbe nemmeno discutere, ma la relativizzazione è insita nella distopia tifosa per cui se Tech giocasse nell’Inter sarebbe un fuoriclasse per i tifosi nerazzurri e per i cantori di quella contrada, viceversa è, nel migliore dei casi, una pippa sopravvalutata. Quindi è inutile, superfluo e pleonastico illudersi di poter analizzare serenamente le questioni tecniche, anche se Szczesny è un ottimo portiere al di là di ogni dubbio. Come sostanziano, del resto, anche i numeri di imbattibilità (declinati con l’orrendo inglesismo clean sheet): solo nella stagione in corso son stati 615 i minuti senza subire gol.

Szczesny, il personaggio

Ma in fondo son banalità e, anzi per un certo pensiero purista del “bel giuoco” rappresenta più un’onta che un merito: vuoi mettere vincere per 6-4 invece che per 1-0? Il circo... Quindi ci risulta più interessante raccontare di un uomo colto e, per valore aggiunto, piacevolmente ironico al punto da riuscire a sbeffeggiare gli interlocutori con eleganza e classe: «Un futuro da opinionista dopo aver smesso di giocare? Non proprio - ha risposto a quattro ex colleghi che lo intervistavano -. Il mio miglior amico nel calcio mi ha detto una volta che il suo obiettivo nel calcio è guadagnare abbastanza soldi per non dover poi lavorare in TV. Io condivido un po’ quello... con tutto il rispetto per voi, eh». Eh sì, nonostante sia figlio d’arte (Maciej, suo padre, è stato un portiere e ha collezionato 7 presenze con la Polonia tra il ’91 e il ’96, ha vinto 4 campionati (con Legia Varsavia, Widzew Lodz, Polonia Varsavia e Wisla Cracovia). Anche Jan, il fratello dell’estremo difensore bianconero, ha avuto una carriera da portiere) il suo orizzonte si estende al di là del calcio. Svaria, per esempio, nella musica che pratica suonando il pianoforte e scrivendo tesi per la moglie Marina, cantante molto apprezzata in patria.

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