3 - Jurgen Kohler
Il baffetto e l’accento tedesco aumentavano l’effetto. E forse non ce n’era bisogno, perché essere marcati da Jurgen Kohler era, per qualsiasi attaccante, un’esperienza ruvida e spigolosa. Non era particolarmente falloso, avendo un ottimo senso della posizione e buon tempismo, ma sapeva anche massaggiare le caviglie e accarezzare le costole dei centravanti più refrattari a farsi anticipare.