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Huijsen, Nonge Boende, Yildiz: tre sogni americani con vista prima squadra

Allegri ha voluto portare in tournée anche un tris di talenti prelevati dalla Juventus Next Gen. I diciottenni sperano nella conferma

LOS ANGELES - Come un Luna Park. Con una differenza sostanziale: non si arriva fin qui per divertirsi, almeno non solo per questo. Si suda, si apprende, si matura, seguendo l’esempio di chi è accanto. L’esperienza dei ragazzi della Next Gen nella tournée americana con la Juventus di Max Allegri è in sintesi liofilizzabile così: ci si diverte, ma si fa sul serio. Kenan Yildiz, Dean Huijsen, Joseph Nonge Boende: sono loro i tre classe 2005, i più giovani al seguito della prima squadra nell’avventura americana.

Una storia che i ragazzi si stanno godendo, ma al tempo stesso una possibilità che viene presa dai tre ragazzi come un treno da non lasciarsi scappare: «Sono molto felice di essere parte del team in questa importante tournée - racconta Yildiz, uno di quelli che si sta mettendo maggiormente in mostra - è bello poter disputare grandi partite come quelle con Milan e Real Madrid. Ma quello che in assoluto per me è più importante è dare il cento per cento in ogni allenamento e in ogni momento imparare quanto più possibile». Papà turco, mamma tedesca, Kenan ha scelto di rappresentare la Nazionale paterna a livello Under 21: presto, probabile, arriverà la chiamata della Turchia dei grandi. E chissà magari pure il rinnovo con la Juventus, ma non prima di finire la tournée: bimbo prodigio, già quando aveva 12 anni Adidas aveva deciso di credere in lui, blindandolo con un contratto sorprendente per precocità.

La carica di Huijsen

I genitori di Huijsen sono venuti a trovare il figliolo a Los Angeles: erano in tribuna martedì mattina al Sullivan Field, dove la Juve si allena. Il papà giocava in Spagna, a Malaga, e il giovane Dean è diventato in fretta un poliglotta, uno dei simboli del multiculturalismo della Next Gen: parla olandese, inglese, spagnolo (la lingua con cui si esprimeva con Paolo Montero ai tempi della Primavera), anche l’italiano piuttosto bene. Difensore, ma pure bomber: colpitore di testa notevole a livello giovanile, però anche implacabile rigorista. «Sono molto contento di essere qui - dice Dean sulla tournée, in una pausa tra un allenamento e l’altro - sono molto orgoglioso e onorato perché sono in mezzo a tanti campioni. Sfrutto ogni giorno e ogni momento per imparare qualcosa».

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