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Mercato Juve, caos Giuntoli: retroscena Napoli, offerto Zielinski

Per far partire il ds 'proposto' il pacchetto comprendente l'acquisto del polacco ma il club bianconero non vuole altre grane e Allegri non gradisce

TORINO - Sì, d’accordo: il 30 giugno, domani per inciso, in teoria rappresenta “solo” una scadenza tecnica (la data entro la quale possono essere depositati i contratti dei nuovi dirigenti di un club), ma nella realtà delle cose ha assunto il significato di una (neanche troppo sottile) linea rossa. Perché la Juventus vuole evitare di passare attraverso le forche caudine delle deroghe o di rischi legali. Così, tocca sempre più a Cristiano Giuntoli lavorare per accelerare i tempi con Aurelio De Laurentiis attraverso i contatti (non personali ma telefonici sempre più frequenti) e la discussione su premi e opportunità. Poi, certo, sarebbe più semplice se qualche elemento esterno ammorbidisse la resistenza del presidente e, così, da fonti napoletane è giunto lì a Torino un suggerimento per provare a far breccia nel muro partenopeo: mettere sul piatto l’acquisto di Piotr Zielinski, il centrocampista polacco in scadenza nel 2024 e a cui il club azzurro non ha intenzione di rinnovare il contratto, sebbene continui a valutarlo una ventina di milioni. L’ipotesi non ha minimamente scaldato i dirigenti bianconeri per i quali Zielinski non entra nei piani né dal punto di vista tecnico (Allegri non è per nulla convinto) tantomeno da quello economico (guadagna 3,5 milioni netti). Senza contare che non hanno nessuna intenzione di pagare per “liberare” un dirigente. Insomma: tocca sempre a Giuntoli trovare la chiave giusta per aggregarsi al gruppo di lavoro bianconero. Per il quale, peraltro, nelle ultime ore ha speso parole di convinto elogio commentando con amici il lavoro che sta portando avanti Giovanni Manna sul mercato. Non è certo un mistero come toccherà allo stesso Giuntoli, che arriverà a Torino senza i collaboratori storici, integrarsi nel gruppo di lavoro già operativo alla Continassa. In molti, al proposito, ribadiscono le sue capacità di “fare gruppo” e ricordano, per esempio, come sia stato lui a richiamare nello staff azzurro e a valorizzare Maurizio Micheli e Leonardo Mantovani, già collaboratori di Riccardo Bigon e con lui in primo tempo partiti verso Bologna.

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