C’era una volta la Juventus. E non era neanche tanto tempo fa in una galassia lontana lontana, per quanto molte delle foto di Salvatore Giglio siano in bianco e nero, il leggendario fotografo juventino arriva a raccontare pure gli ultimi scudetti, quelli del quarto Agnelli della storia a diventare presidente del club.
La mostra che celebra i cento anni della Juventus di proprietà Agnelli arriva in un momento particolare: Andrea non è più presidente da sei mesi, la squadra è fuori dalla Champions League per decisione della giustizia sportiva, il club affronterà un periodo di dolorosi sacrifici economici che potranno condizionarne la qualità della rosa e c’è un popolo di tifosi che teme stagioni cupe all’orizzonte.
Può, dunque, essere malinconico vedere quelle foto dove personaggi come Gianni e Umberto Agnelli, o loro padre Edoardo, parlano con i grandi campioni della storia bianconera o assistono a storiche vittorie, esultando in tribuna. Oppure incoraggiante, perché gli scatti esposti rappresentano la rappresentazione iconica della presenza costante della famiglia Agnelli dietro il club più amato e più odiato d’Italia. Una presenza che ha, in un secolo, sempre garantito non solo la sopravvivenza della Juventus, ma il suo rilancio ai vertici del calcio italiano ed europeo.
Nelle immagini di Giglio non c’è, dunque, solo la bellezza formale di uno dei più straordinari fotografi calcistici di sempre, ma anche il potere di ispirare autentici sentimenti bianconeri e l’importanza di essere la Juventus che traspare da ogni millisecondo catturato dall’obiettivo. La Juventus, anche in passato, ha seguito la via dell’austerity per uscire dai pantani delle crisi e degli errori commessi, ma quello che i tifosi ricordano in modo peggiore non sono i periodi in cui non la squadra non poteva vincere, ma quelli in cui non riusciva a difendere l’onore del club. La storia guarda nascere la nuova Juventus da quelle fotografie e può essere un giudice severissimo.