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Juventus, le paure dei tifosi tra mercato, futuro e le ombre del post 2006

Figc e Uefa che costringono il club a patteggiare e a rinunciare a combattere, Ferrero e Manna come Cobolli e Secco, il timore di veder ceduti pezzi da novanta come Vlahovic e Chiesa

Il tifoso bianconero continuerà a sostenere la Juve. Nonostante le ultime domeniche di passione diventate sgraziate, nonostante i cavilli giudiziari che hanno influito abbondantemente sulle prestazioni in campo e sull’umore di tutti i protagonisti. A prescindere dai naturali contrasti che sorgono sul nome della guida tecnica (ma Allegri è ormai confermato dalla realpolitik della nuova dirigenza) e a prescindere dal fisiologico momento di ricostruzione dovuto agli eventi che conosciamo tutti. Ciò che conta, per il tifoso, è sempre la Juve. La società Juve. Ma la recente dichiarazione di Maurizio Scanavino, l’ad ufficializzato in seguito al passo indietro di Andrea Agnelli, ha aperto numerose crepe nei pensieri del popolo bianconero che ha iniziato ad alzare la voce sui social.

Chiesa-Vlahovic, la paura di una cessione

Basso profilo, sì. Ma a che costo? Dopo i guai giudiziari, la Juventus dovrà inevitabilmente affrontare quelli economici. E la paura del tifoso, che si chiede perché attualmente il club sia in mano a manager più che a dirigenti di campo, si fa lecita: “Non è per Vlahovic in sé, ma proprio per come vengono ‘costruiti’ i progetti Juve. Non puoi buttare 70 milioni a gennaio 2022 e vendere lo stesso giocatore dopo un anno e mezzo. Un 2000 inoltre”, si legge sui social nelle varie piazze virtuali di discussione. Perché il rischio concreto - analizzando il sentimento negativo del popolo bianconero - che molti big possano lasciare il club esiste eccome, vista l'assenza dalla Champions ma anche per assenza di fiducia in un progetto al momento non chiaro: “Preferiscono non prendere un allenatore a 2 milioni perché l’altro ti costa troppo (tanto lo pagheresti uguale) ma preferiscono vendere Vlahovic e Chiesa svalutando un patrimonio abnorme”. Altro che sogni di mercato in entrata, qua ci si preoccupa di quello in uscita.

"Sembra la Juve di Cobolli e Secco"

Non si è ancora riusciti a chiudere per Cristiano Giuntoli, l’artefice del capolavoro Napoli. Una trattativa che va avanti da un po’ e che impensierisce la maggior parte dei tifosi, piuttosto fredda sulla promozione del ds della Next Gen: “Sicuramente avrà una grande carriera da ds di prima squadra. In questo momento preciso però, con la società dissestata che ci ritroviamo, abbiamo bisogno di una guida esperta e con le spalle larghe con il quale crescere ancora. Per questo serve come il pane uno come Giuntoli”. Un ridimensionamento societario che ad alcuni ricorda quello post Calciopoli, con Ferrero ad assomigliare in maniera inquietante a Cobolli Gigli e la promozione di Manna come quella che fu di Alessio Secco.

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